Patricio Aylwin: differenze tra le versioni
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Laureato in [[Giurisprudenza]] nel [[1943]], aderì alla Falange Nacional (il movimento giovanile del Partito Conservatore, fondato da [[Eduardo Frei Montalva]]), della quale fu presidente, quindi partecipò nel [[1957]] alla fondazione del [[Partito Democratico Cristiano Cileno|PDC]], che presiedette nel [[1958]]. Fu presidente del Senato ([[1971]]-[[1973]]) fino al colpo di stato guidato dal generale [[Augusto Pinochet]] l'[[11 settembre]] 1973.
Nel [[1988]] divenne portavoce della [[Concertación de Partidos por la Democracia]] (coalizione di centrosinistra) e come suo candidato vinse le elezioni presidenziali del [[1989]] col 55,2% dei voti. Avviò una transizione morbida alla democrazia, osteggiata dalla destra e dai militari conservatori guidati da Pinochet e decisi a restare impuniti, e dovette tollerare il permanere di residui di controllo militare fissati dalla Costituzione del [[1980]] (veto su alcune iniziative politiche, economiche, sociali e culturali). L’amministrazione Aylwin varò la Commissione della Verità e Riconciliazione (''Commissione Rettig'') per indagare sui crimini della dittatura e rafforzare la difesa dei diritti umani, subito disconosciuta da militari e conservatori, ma cominciarono i primi processi a carico degli aguzzini del regime di Pinochet. In campo economico, pur mantenendo il modello neoliberista stabilito dai ''[[Chicago Boys]]'', furono prese con qualche successo misure volte a ridurre la povertà.
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