=== Confronto con il catarismo ===
Ben viva era all'epoca la vicenda dei [[catarismo|catari]], dichiarati eretici dalla Chiesa cattolica, i quali predicavano un dualismo Bene (spirito, Gesù, Dio)/Male (corpo, sesso; cibo; Dio del Vecchio Testamento, Dio degli ebrei, Satana) [In base alla visione eretica, catara, albigese], portato alle estreme conseguenze. Essi avevano avuto numerosi focolai nella vicina Toscana e si erano ridotti alla clandestinità dopo la sanguinosa [[crociata albigese]] del 1209.<ref>{{cita|Cardini, 1989|pp. 129-130}}.</ref> Francesco avrebbe potuto essere scambiato per un cataro per la sua povertà e la predicazione ai ceti subalterni. Ma Francesco e i suoi seguaci si distinguevano in molteplici aspetti: innanzitutto essi non mettevano in dubbio la gerarchia della Chiesa. Francesco stesso infatti insisteva sulla necessità che si amassero e si rispettassero i sacerdoti.<ref>{{cita|Cardini, 1989|pp. 137-138}}.</ref> Portato una volta davanti a un prete che viveva notoriamente in peccato, forse affinché cadesse in contraddizione (se egli non lo avesse denunziato si sarebbe potuto dire che era suo complice, se egli lo avesse fatto si sarebbe detto che Francesco non rispettava la gerarchia), Francesco si limitò a baciare le mani di quel sacerdote, "che toccano il corpo di Gesù Cristo".<ref>{{cita|Cardini, 1989|pp. 141-142}}.</ref> Infine la differenza tra l'avversione al "mondo della Materia" (il Creato) dei catari e l'amore per tutte le manifestazioni di vita di Francesco non poteva essere più stridente. Lo stesso ''[[Cantico delle creature]]'' può essere letto come un perfetto trattato di teologia anti-catara,<ref>{{cita|Cardini e Montesano, 2006|p. 277}}.</ref> nonostante sia difficile da dimostrare quanto Francesco, sospettoso della sapienza dei libri, possa aver conosciuto la dottrina catara.<ref>Franco Cardini. ''Francesco d'Assisi''. Mondadori, 1989.</ref>
Uno dei valori da attribuire alla preposizione "[[Cantico delle creature#Analisi|per]]" sarebbe quello di "complemento d'agente" (''Laudato sii mi' Signore per (da) tutte le creature'').
Tuttavia secondo alcuni, il lupo di Gubbio non era altro che un brigante, che proprio come un lupo era solito derubare gli abitanti del contado eugubino. Egli fu dunque "ammansito" da Francesco e reintegrato nella società eugubina grazie anche all'aiuto degli abitanti.<ref>Giovanni Todaro, ''Lupi & Briganti'', Lulu.com, 2011 o.10</ref>
(Lupo, brigante o licantropo?)
== L'Ordine francescano ==
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