Povertà: differenze tra le versioni

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La povertà è una delle questioni più rilevanti per comprendere la struttura sociale ed economica di un Paese. In Italia, si distingue tra '''povertà assoluta e povertà relativa''', due concetti diversi ma complementari che aiutano a misurare il disagio delle famiglie. La distinzione tra povertà assoluta e relativa mette in luce due facce della stessa realtà: da un lato la difficoltà di garantire beni e servizi essenziali, dall’altro l’esclusione sociale derivante da un reddito troppo basso rispetto alla media.
 
Si parla di povertà assoluta quando una famiglia non riesce a sostenere le spese minime necessarie per uno [[standard di vita]] considerato “essenziale”. L’Istat calcola ogni anno una soglia che varia in base al numero di componenti, all’età e all’area geografica.
Nel 2023 risultano in povertà assoluta circa 2,2 milioni di famiglie, pari all’8,4% del totale, ossia circa 5,7 milioni di individui (9,7% della popolazione). L’incidenza cresce al 10,2% nel Mezzogiorno, mentre si attesta al 6,3% tra le famiglie composte solo da italiani e sale al 30,4% per quelle con almeno un componente straniero. Particolarmente colpiti i minori: oltre 1,29 milioni (13,8%) vivono in povertà assoluta.<ref name="serie_2014-2023"></ref>