Genocidio nella Striscia di Gaza: differenze tra le versioni

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{{Citazione|ciascuno degli atti seguenti, commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, come tale:<br/>a) uccisione di membri del gruppo;<br/>b) lesioni gravi all’integrità fisica o mentale di membri del gruppo;<br/>c) il fatto di sottoporre deliberatamente il gruppo a condizioni di vita intese a provocare la sua distruzione fisica, totale o parziale;<br/>d) misure miranti a impedire nascite all’interno del gruppo;<br/>e) trasferimento forzato di fanciulli da un gruppo ad un altro.|[[Convenzione sul genocidio]]}}
 
La convenzione istituisce un dovere per tutti gli statiStati di prevenire e punire il crimine di genocidio. [[Israele]] vi ha aderito il 9 marzo 1950, lo [[Stato di Palestina]] nel 2014.<ref>{{Cita web|lingua=en|url=https://treaties.un.org/Pages/ViewDetails.aspx?src=TREATY&mtdsg_no=IV-1&chapter=4&clang=_en|titolo=Convention on the Prevention and Punishment of the Crime of Genocide|editore=[[Organizzazione delle Nazioni Unite]]}}</ref><ref>{{Cita|Amnesty International 2024|p. 86}}</ref>
 
Nei decenni successivi, soprattutto a partire dagli anni Settanta del XX secolo, si è sviluppata una ricca letteratura scientifica sul concetto di genocidio, che ha a sua volta portato allo sviluppo di ricchi dibattiti e di nuove definizioni di genocidio date dagli studiosi. L'[[Olocausto]] mantenne in ogni caso un ruolo centrale negli studi, anche una volta che si svilupparono studi comparati tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta. Lo sterminio sistematico degli ebrei venne quindi ritenuto il massimo esempio di genocidio mai esistito e un evento unico all'interno della più ampia categoria dei genocidi, quando non direttamente il metro di paragone in base al quale stabilire cosa costituisse un genocidio. Ciò ebbe conseguenze anche sulla stessa concezione di genocidio, poiché si svilupparono due correnti, una più restrittiva, che mirava a evitare una "banalizzazione" dell'Olocausto attraverso un uso troppo liberale del concetto, e un'altra invece che evidenziava il rischio di escludere atti che meritavano di essere inclusi, insistendo sul fatto che i genocidi possano costituire un continuum tra atti più o meno distruttivi.<ref>{{Cita|Jones 2011|pp. 15-23}}</ref> A partire dagli anni Novanta secondo Ernesto Verdeja si sviluppò una tensione latente tra gli studiosi di genocidi comparati, tra i quali nacque un consenso sul fatto che l'Olocausto fosse uno tra i tanti genocidi, sebbene con elementi specifici, e gli specialisti dell'Olocausto, rimasti invece maggiormente ancorati alla concezione tradizionale.<ref>{{Cita|Verdeja 2025|pp. 4-5}}</ref>