Guerra fredda: differenze tra le versioni

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Nel 1968 il segretario del partito comunista della [[Cecoslovacchia]], [[Alexander Dubček]], inaugurò un periodo, noto come [[Primavera di Praga]], di liberalizzazioni che comprendeva un aumento delle libertà personali, l'adozione di un sistema multipartitico, la limitazione al potere della polizia segreta e un'economia basata anche sui beni di consumo. In proposito si parlò di "[[Socialismo democratico|socialismo dal volto umano]]".<ref>{{cita|Sabbatucci e Vidotto, 2019|p. 433}}.</ref>
 
In risposta, il 20 agosto 1968, l'esercito sovietico, insieme alla maggior parte dei loro alleati del Patto di Varsavia, [[Invasione della Cecoslovacchia da parte del Patto di Varsavia|invase la Cecoslovacchia]]. Inizialmente la reazione dei cecoslovacchi fu efficace, grazie a scioperi e resistenza passiva, ma successivamente i sovietici riuscirono a emarginare i dissidenti e a sostituire la dirigenza locale con una maggiormente affine a Mosca: Dubček fu sostituito con [[Gustáv Husák]] che iniziò un periodo di "[[Normalizzazione (Cecoslovacchia)|normalizzazione]]" che «tolse ogni residuo di libertà».<ref name="SabbatucciVidotto" /> tale evento seguì un'ondata di [[emigrazione]] che coinvolse alla fine circa {{formatnum:300000}} cechi e slovacchi che dovettero abbandonare il paese. L'invasione scatenò intense proteste da parte della [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]], della [[Repubblica Socialista di Romania|Romania]], della [[Cina]] e dei partiti comunisti dell'Europa occidentale.<ref name="Gaddis 2005, p. 154">{{cita|Gaddis, 2005|p. 154}}.</ref>
 
===Dottrina Brežnev===