Wake in Fright: differenze tra le versioni
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Durante una delle prime proiezioni australiane, un uomo si alzò, indicò lo schermo e protestò «Quelli non siamo noi!», al che Jack Thompson urlò di rimando «Siediti, amico. Siamo noi».<ref>{{cita web|url=http://www.worldcinemaguide.com/masters-of-cinema-wake-in-fright/|autore=Al Burton|titolo=Wake in Fright|sito=World Cinema Guide|data=25 dicembre 2014|lingua=en|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161105110232/http://www.worldcinemaguide.com/masters-of-cinema-wake-in-fright/}}</ref>
La riedizione del 2009 riscontrò un incasso da parte del pubblico australiano di {{formatnum:321323}} dollari australiani.<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Australian Films at the Australian Box office|editore=Film Victoria|p=22|lingua=en|
Globalmente l'incasso è stato di {{formatnum:269315}} dollari statunitensi.<ref>{{cita web|url=https://www.boxofficemojo.com/title/tt0067541/?ref_=bo_se_r_1|titolo=Wake in Fright (1971)|sito=Box Office Mojo|lingua=en}}</ref>
=== Critica ===
Una recensione dell'anteprina di Cannes su ''[[Variety (periodico)|Variety]]'' la definitì «uno sforzo lodevole» da parte dell'industria cinematografica australiana, «anche tenendo conto del fatto che i principali meriti tecnici e di recitazione sono britannici. Il risultato finale è un forte sguardo su un territorio poco conosciuto in cui l'enfasi è posta su alcol e violenza, con in aggiunta un tocco di sesso».<ref>{{cita
Gillian Hanson sul ''Monthly Film Bulletin'' scrisse: «Il regista canadese Ted Kotcheff ha catturato l'insensata brutalità della vita nell'outback con straordinaria felicità [...] Eppure, nonostante la sua inconfondibile competenza, il segno del film è smussato dalla caratterizzazione superficiale e in gran parte immotivata di John Grant da parte della sceneggiatura e dalla trama poco coerente ed eccessivamente melodrammatica che non raggiunge mai una congruenza tematica».<ref>{{cita pubblicazione|autore=Gillian Hanson|titolo=Outback|rivista=Monthly Film Bulletin|volume=38|numero=455|data=dicembre 1971|p=244|lingua=en}}</ref>
Roger Greenspun, nella sua recensione del 1972 per il ''[[New York Times]]'', elogiò il film per la sua atmosfera «di generale inquietudine che si cristallizza abbastanza spesso in terrore particolare e che non assomiglia a niente altro che io ricordi di aver provato al cinema. Alcuni film di fantascienza si avvicinano di più a questo, specialmente quelli in cui una presenza aliena malvagia ha preso il sopravvento su una comunità che a tutti gli effetti rimane normale, con solo il minimo accenno fugace che qualcosa in qualche modo sia orribilmente sbagliato»; ammise anche di aver trovato il servizio commemorativo al club RSL più inquietante delle sequenze di caccia al canguro e lodò le interpretazioni del cast, in particolare di Kay e Thomas.<ref>{{cita news|url=https://www.nytimes.com/1972/02/21/archives/screen-outback-opensfilm-evokes-ambiance-of-australian-town.html|autore=Roger Greenspun|titolo=Screen: 'Outback' Opens:Film Evokes Ambiance of Australian Town|pubblicazione=The New York Times|data=21 febbraio 1972|p=37|lingua=en}}</ref>
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