Bozza:Paiva Couceiro: differenze tra le versioni

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Dopo la definitiva sconfitta monarchica, il 13 febbraio 1919 Paiva Couceiro fuggì in esilio a [[Madrid]]. Sebbene continuasse a vivere all’estero, il 3 dicembre 1920 fu condannato da un tribunale militare speciale a 25 anni di [[deportazione]]. Durante questo periodo, Couceiro invocò l’intervento internazionale "con le sue squadre e i suoi soldati", sostenendo che il Portogallo fosse minacciato dalla "bancarotta e dal [[bolscevismo]]"<ref>{{Cita web|url=https://hemerotecadigital.cm-lisboa.pt/periodicos/acapital/1920/ABRIL/ABRIL_item1/P13.html|titolo=Hemeroteca Digital - A Capital : diario republicano da noite|sito=hemerotecadigital.cm-lisboa.pt|accesso=2025-10-26}}</ref>. Grazie a una nuova amnistia, decretata il 24 gennaio 1924, poté rientrare in patria.
 
Con l'avvento al governo di [[António de Oliveira Salazar]] e l'instauazione dell'[[Estado Novo (Portogallo)|Estado Novo]], il 16 settembre 1935 fu nuovamente esiliato per sei mesi, dopo aver criticato pubblicamente la politica coloniale del regime<ref>Maria Filomena Mónica (coordenadora), ''Dicionário Biográfico Parlamentar (1834-1910)'', volume I, pp. 898-899. Lisboa: Assembleia da República, 2004</ref>, ma tornò a Lisbona il 13 gennaio 1937<ref>{{Cita web|url=http://www.angelfire.com/pq/unica/ultramar_1937_paiva_couceiro_ultramar.htm|titolo=1937 - Paiva Couceiro, Carta a Oliveira Salazar|sito=www.angelfire.com|accesso=2025-10-26|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100831154621/http://www.angelfire.com/pq/unica/ultramar_1937_paiva_couceiro_ultramar.htm|dataarchivio=2010-08-31}}</ref>. Nello stesso anno, dopo aver ancora attaccato violentemente la politica coloniale di Salazar in una famosa lettera del 31 ottobre 1937 indirizzata al [[Presidente del consiglio dei ministri|presidente del Consiglio]], fu arrestato dalla [[PIDE|PVDE]] e condannato a due anni di esilio. Nonostante i suoi 76 anni, fu inviato a [[Granadilla de Abona]], alle [[isole Canarie]]. Nel 1939, Salazar gli permise definitivamente di rientrare in Portogallo.
 
Secondo fonti storiche, Paiva Couceiro considerava Salazar un usurpatore della causa monarchica e vedeva nel suo regime una "falsa" restaurazione dell’ordine, priva della legittimità dinastica e troppo legata al [[clericalismo]] e alla burocrazia. Lo storico Manuel R. Cordeiro lo ha definito esplicitamente come "un monarchico convinto, anti-repubblicano e anti-salazarista". Salazar era un cattolico conservatore, ma non monarchico, credeva in un regime repubblicano disciplinato sotto il controllo della Chiesa e dell’esercito<ref>https://www.avozdetrasosmontes.pt/paiva-couceiro-um-monarquico-convicto-anti-republicano-e-anti-salazarista/</ref>.
 
Negli ultimi anni, Couceiro si dedicò alla scrittura, pubblicando un’ampia opera incentrata sulle questioni coloniali e sul risorgimento nazionale, con un’impronta nazionalista che lo avvicinava all’integralismo lusitano. Collaborò con diverse pubblicazioni, tra cui: ''O Correio: Semanário Monárquico'' (1912–1913)<ref>https://hemerotecadigital.cm-lisboa.pt/FichasHistoricas/OCorreio.pdf</ref>, ''Acção Realista'' (1924–1926)<ref>{{Cita web|url=https://hemerotecadigital.cm-lisboa.pt/Periodicos/AccaoRealista/Accaorealista.htm|titolo=Acção realista [1924-1926]|sito=hemerotecadigital.cm-lisboa.pt|accesso=2025-10-26}}</ref> e ''Portugal Colonial'' (1931–1937)<ref>https://hemerotecadigital.cm-lisboa.pt/FichasHistoricas/PortugalColonial.pdf</ref>.