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Dopo la morte di Giovanni Battista nel 1791, avvenuta nello stesso anno del figlio marchese Carlo Antonio (gentiluomo del re, luogotenente del reggimento provinciale e marito di Sofia d'Oria <ref>Giuliana Romano Bussola, https://iltorinese.it/2023/03/29/la-vita-della-marchesa-gozzani-di-san-giorgio/</ref>), il palazzo viene ereditato dal nipote marchese Carlo Giovanni (1788-1843), guardia del corpo del re [[Carlo Felice di Savoia|Carlo Felice]], tra i soci fondatori a Torino della Società Italiana del Gas (poi [[Italgas]]) nel 1837, socio in affari con il marchese [[Michele Benso di Cavour]] nelle grange vercellesi e nella prima società di navigazione del [[Lago Maggiore]].
Carlo Giovanni lasciò nel 1827 il suo enorme patrimonio al cugino austriaco Felice Carlo
Nel 1814 si stabilisce per un breve periodo nel palazzo il comandante delle truppe austriache [[Ferdinando Bubna]], che aveva cacciato i francesi di Napoleone e preceduto il ritorno di [[Vittorio Emanuele I]] a Torino {{Cn}}.
Nel 1860 nel palazzo fu ospitato il barone di Lainate Ignazio Weill-Weiss <ref>https://www.geni.com/people/Ignazio-Ignaz-Weil-Weiss-di-Lainate/6000000013216626258</ref>, banchiere ebreo di Zagabria dichiarato cittadino italiano da [[Vittorio Emanuele II]]
Il palazzo S.Giorgio fu proprietà dei marchesi Gozzani fino al 1861, anno del fallimento di Felice Carlo dichiarato dal tribunale di Casale. Fu rilevato da [[Giambattista Bogino]],
cui in seguito fu intitolata la contrada degli Ambasciatori e che morì nel palazzo Gozzani San Giorgio. Una lapide posta sulla facciata ricorda la sua permanenza nel palazzo <ref>https://www.mepiemont.net/torino_pala7.html</ref>. Ministro di Stato del re Carlo Emanuele III e governatore della Sardegna, fu conte di [[Migliandolo]] e [[Vinadio]].
Bogino accolse in casa e adottò come figlio [[Prospero Balbo]], in seguito ambasciatore a Parigi e sindaco di Torino, il quale si trasferì poi al n.8 della stessa via (Palazzo Balbo).
Il palazzo San Giorgio fu restaurato nel 1951 (fonte De Bernardi-Ferrero), nel 1968 (fonte Ist. Architettura Tecnica), nel 1980-86 dalla
== Descrizione ==
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