Messapi: differenze tra le versioni
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[[Immagine:CERAMICA MESSAPICA.JPG|thumb|right|340px|Ceramica Messapica, Centro documentazione messapica [[Oria]]]]
L'origine dei Messapi è incerta, probabilmente si deve a flussi migratori incerti e mai chiaramente dimostrati di origine illirica o egeo-anatolici. I primi insediamenti certi li troviamo alle soglie del [[VIII secolo a.C.]] con gli insediamenti di [[Oria]] o [[Cavallino]] per esempio. Il nome messapi in realtà è il nome dato alla popolazione che occupava l'attuale [[Salento (territorio)|Salento]] prima dai [[Greci]] e poi dai [[Romani]], per la caratteristica del territorio; la [[Messapia]] infatti è la "''terra tra i due mari''", dopo l'[[VIII secolo]], intorno al VII-VI sec. a.C. si passa da costruzioni in capanne a costruzioni più stabili in mattoni.
== Origini nelle fonti letterarie ==
Le fonti letterarie greche e latine che parlano della Messapia e dei Messapi sono molteplici. Tra gli autori antichi che più se ne sono occupati si ricordano: Erodoto, Strabone, Servio Tullio. Un significativo passo di Erodoto è questo:
« Si racconta infatti che Minosse, giunto in Sicania (oggi detta Sicilia) alla ricerca di Dedalo, vi perì di morte violenta. Tempo dopo i Cretesi, indotti da un dio, tutti tranne quelli di Policne e di Preso, arrivarono in Sicania con una grande flotta e strinsero d'assedio per cinque anni la città di Camico (ai tempi miei abitata dagli Agrigentini). Infine, non potendo né conquistarla né rimanere lì, oppressi com'erano dalla carestia, abbandonarono l'impresa e se ne andarono. Quando durante la navigazione giunsero sulle coste della Iapigia, una violenta tempesta li spinse contro terra: le imbarcazioni si fracassarono e giacché non vedevano più modo di fare ritorno a Creta, fondarono sul posto una città, Iria, e vi si stabilirono cambiando nome e costumi: da Cretesi divennero Iapigi Messapi e da isolani continentali. Muovendo da Iria fondarono altre città, quelle che molto più tardi i Tarantini tentarono di distruggere le stesse, subendo una tale sconfitta da causare in quella circostanza la più clamorosa strage di Greci a nostra conoscenza, di Tarantini appunto e di Reggini. I cittadini di Reggio, venuti ad aiutare i Tarantini perché costretti da Micito figlio di Chero, morirono in tremila; i Tarantini caduti, poi, non si contarono neppure. Micito, che apparteneva alla casa di Anassilao era stato lasciato come governatore di Reggio ed è lo stesso che, scacciato da Reggio e stabilitosi a Tegea in Arcadia, consacrò a Olimpia numerose statue »
(Erodoto (VII, 170))
== Le città messapiche ==
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