Publio Rutilio Lupo: differenze tra le versioni
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La [[guerra sociale|guerra]] per la quale il [[Console (storia romana)|console]] Publio Rutilio Lupo sarebbe caduto valorosamente in battaglia, era iniziata nel [[91 a.C.]], un anno prima della sua morte, lo stesso anno della sollevazione di [[Ascoli]]. I primi momenti della guerra furono contrassegnati, per i romani, da numerosi insuccessi. Gli [[italici]] attaccarono le fortezze, con frequenti e vincenti azione di guerriglia, poi iniziarono le battaglie campali.
Data la vastità del teatro di guerra, la [[repubblica romana|repubblica]] decise di dividere in due parti il territorio degli insorti. Al console Publio Rutilio Lupo diede il compito di ridurre all'obbedienza i [[Piceni]], i [[Vestini]], i [[Sabini]], i [[Peligni]] e i [[Marsi]], a Nord, mentre a [[Lucio Giulio Cesare]] affidò l'incarico di combattere i [[Sanniti]], i [[Campani]] e gli altri popoli dell'Italia meridionale. Per fronteggiare il primo schieramento venne scelto dai ribelli, il marso [[Pompedio Silone]], contro il secondo schieramento, comandato da Publio Rutilio Lupo, il sannita [[Papio Mutilio]]. [[Lucio Giulio Cesare]] aveva tra i suoi legati [[Silla]]), mentre al Nord Publio Rutilio Lupo poteva contare su [[
La battaglia dove trovò la morte il console venne combattuta l'11 giugno del [[90 a.C.]], contro l'altro comandante marso, [[Vezio Scatone]] ed avvenne, secondo alcuni storici, sulle rive del [[Toleno]], mentre secondo altri su quelle del [[Liri]]. Gli storici che ci hanno tramandato lo scontro sanguinoso, che fu disastroso per le armi romane, sono infatti di parere diverso. [[Ovidio]], in un verso dei [[Fasti (Ovidio)|Fasti]], afferma che si trattò del fiume [[Toleno]], e della stessa opinione del grande poeta [[peligno]] è anche lo storico [[Orosio]], dove si legge che le acque del Toleno trasportarono i cadaveri dei soldati romani, uccisi nella battaglia. [[Appiano di Alessandria|Appiano]] invece, che nella sua storia fornisce maggiori particolari della [[Guerra Sociale]], individua il luogo dello scontro sulle rive del Liri.
Il console morì insieme a 8.000 dei suoi soldati, e solo grazie a [[
Il trattatista [[Giulio Ossequiente]], nel suo ''[[Libro dei Prodigi]]'' (''de Prodigiis''), attribuisce la sconfitta e la sventura del console Lupo al non aver rispettato gli avvertimenti degli oracoli, nel seguente passo:
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