Pascale Oddone: differenze tra le versioni

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Casimiro Turletti, storico ottocentesco di Savigliano, fu il primo studioso a individuare l'opera di Oddone Pascale in alcuni centri del basso Piemonte. Altri studi si devono ad Attilio Bonino, Giovanna Galante Garrone, Noemi Gabrielli e Simone Baiocco. Ancora oggi, tuttavia, mancano notizie precise sulla biografia e le opere dell'artista. Baiocco afferma che "Oddone Pascale non ha avuto finora una reale fortuna: le notizie biografiche su cui ci basiamo sono quelle che risalgono all’opera di Casimiro Turletti e che, per quanto preziose, sono certo incomplete e a volte poco verificabili".
Nulla si sa sulla sua formazione: nella resa dei visi, nei colori sgargianti degli abiti e nella composizione delle figure Oddone rivela influenze di matrice lombarda e nordica. In alcune sue opere, come le due pale di [[Revello]], è particolarmente evidente un nesso stilistico con [[Gandolfino da Roreto]], forse mediatore di tali influssi [http://www.fondazioneferrero.it/EVE/MOMENTI8/Baiocco/BAIOCCO.htm]. Oddone Pascale fu anche un abile intagliatore e le sue pale sono spesso incorniciate in monumentali struttura lignee, tanto da diventare vere e proprie "macchine d'altare". La prima notizia su di lui consiste, appunto, nella fornitura di una cornice per una pala commissionata a Gandolfino da Roreto, che in quel momento ([[1523]]) era probabilmente già deceduto. Molto pregevole è anche il coro ligneo dell'abbazia di Staffarda, successivamente smembrato e oggi diviso fra la chiesa delladi San Vittore nella tenuta sabauda di [[Castello di Pollenzo|Pollenzo]] e il [[Museo Civico di Torino]].
 
Non ci sono prove che Oddone Pascale abbia operato in ambiti geografici diversi dal basso Piemonte; anche la pala di Finalborgo fu commissionata da Paolo [[Del Carretto]], vescovo e conte di [[Cahors]], presente in quegli anni nel Saluzzese al seguito dell'esercito francese. Nella predella sono intagliati gli stemmi di Paolo e di suo fratello Giovanni II, [[Marchesato di Finale|marchese di Finale]].