Trachite: differenze tra le versioni

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Nota con il nome di "Silix" (silice), sotto la Repubblica Veneta, fu prevalentemente chiamata "Masegna" dai "Masegni o Selici", le caratteristiche pavimentazioni di Venezia (v. P.za S. Marco), solo dopo il 1800 assunse commercialmente il nome di "TRACHITE".
Ne fu fatto largo uso per i consolidamenti delle opere di difesa idraulica, data la comoda e utilissima rete fluviale; numerosi, sono infatti i ricordi dei trasporti della roccia trachitica verso le zone marine con chiatte e "burci" dell'epoca, trainate da cavalli, per costruire le "difese della Laguna". Celebri le dighe in soccorso ai lidi sabbiosi, periodicamente sommersi dall'acqua, spazzati dal vento e dalle mareggiate.
A seguito dell'unificazione territoriale ottocentesca, i Colli persero la propria funzione millenaria di controllo della Pianura Padana circostante, e s'intensificò nel breve volgere di mezzo secolo, un'intensa attività estrattiva della "trachite". Unica attività produttiva capace d'impegnare la popolosa massa di contadini espulsa dalle campagne. Fu praticamente all'indomani dell'annessione del Veneto all'Italia 1866.
L'estrazione della "trachite" nel periodo fra le guerre, favorita dall'applicazione di nuove tecnologie, sia nell'attività di cava che in quella di trasporto, dai rudimentali scalpelli si passò alla dinamite, quindi al filo elicoidale, all'aria compressa, mentre per il trasferimento dalle zone di produzione all'imbarco sui natanti, i tradizionali carri dalle grandi ruote trainati da cavalli, furono sostituiti da carrelli su binari e poi dai primi autocarri. in conclusione, possiamo affermare che la storicità di questo materiale è la migliore prova della sua resistenza nel tempo, che unita alle note caratteristiche fisiche ed estetiche, rendono la "trachite" tutt'ora un materiale unico, indispensabile, ed insostituibile per le città Venete.
 
== La Trachite dei Colli Euganei ==