Divina Commedia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 25:
La vera e propria descrizione dell'Inferno ha inizio nel [[Inferno - Canto terzo|Canto III]] (nel precedente Dante muove semplicemente dei dubbi alla sua guida riguardo il viaggio che stanno per compiere); i due viaggiatori Dante e [[Virgilio]] giungono alla sua porta già nei primi, celeberrimi, versi di questo Canto. Sotto la città di [[Gerusalemme]], infatti, si apre l'ingresso al primo regno, sul quale si possono leggere alcuni versi di ammonimento, riassunti nell'ultimo verso: "''Lasciate ogne speranza, voi ch'intrate''". Oltrepassato uno scuro corridoio, i poeti si ritrovano sulle rive dell'[[Acheronte]], il primo fiume infernale, per il quale le anime devono passare per raggiungere l'Inferno vero e proprio e che vengono trasportate da '''Caronte'''. Qui, nel ''Vestibolo'', oltre alle anime in attesa di essere portate dalla parte opposta, stanno gli [[ignavi]], quelli che in vita non vollero prendere posizioni, e che sono rifiutati sia dall'Inferno che dal Paradiso.
 
Passato l'Acheronte, sulla barca del traghettatore [[Caronte (mitologia)|Caronte]], i due attraversano il [[Limbo]], dove stanno le anime pure di coloro che non furono battezzati, gli (come i bambini morti subito dopo la nascita), e poi il primo cerchio, dove riposano gli "spiriti magni" dell'antichità (compreso Virgilio stesso); quindi Dante e il suo "maestro" entrano nell'Inferno vero e proprio. Alla porta di questo sta [[Minosse]], che, da giudice giusto quale fu, decreta il ''cerchio'' dove le anime dannate dovranno scontare la loro pena; ad ogni cerchio, infatti, corrisponde un peccato, più grave se il numero è maggiore. Superato Minosse, i due si ritrovano nel secondo cerchio, dove sono puniti i [[lussuria|lussuriosi]] tra cui spiccano le anime di [[Cleopatra]] ed [[Elena di Troia]] (celebri anche i versi su [[Paolo e Francesca]]) che raccontano la loro vita e Francesca la sua passione amorosa verso Paolo Malatesta, quindi i [[gola (ingordigia)|golosi]], in eterna punizione che consiste nell'essere divorati da [[Cerbero]] e gli [[avarizia|avari]] e i prodighi.
 
Superato poi lo [[Stige]], nelle fangose acque del quale sono puniti [[ira (psicologia)|iracondi]] e [[accidia|accidiosi]], traghettati sulla riva opposta dalla barca di [[Flegiàs]], creatura infernale, i due entrano (grazie anche all'intervento di un angelo e dopo numerosi tentativi di entrare) nella Città di [[Dite]], dove sono puniti coloro "''che l'anima col corpo morta fanno''", cioè gli [[epicureismo|epicurei]] e gli [[eresia|eretici]] in generale: tra gli eretici incontrano Farinata degli Uberti, uno dei più famosi personaggi dell'Inferno dantesco. Superata la città, il poeta e la sua guida scendono uno scosceso burrone (il ''Burrato''), oltre il quale incontrano il terzo fiume infernale, il [[Flegetonte]], un fiume di sangue bollente; questo fa parte del primo dei tre ''gironi'' in cui è diviso il VII cerchio, quello in cui sono puniti i [[violenza|violenti]] tra cui degno di nota è il [[Minotauro]] ucciso da [[Teseo]] con l'aiuto di [[Arianna]]. All'interno del Flegetonte, scontano la loro pena i violenti verso il prossimo; oltre la sua sponda (che Dante e Virgilio raggiungono grazie all'aiuto del centauro [[Nesso (mitologia)|Nesso]]), invece, trasformati in arbusti perennemente attaccati da delle arpie, stanno i violenti contro sé stessi, cioè i [[suicidio|suicidi]] (dove troviamo [[Pier della Vigna]]) e gli scialacquatori; mentre nell'ultimo girone, in una landa infuocata, stanno i violenti contro Dio, la [[Natura]] e l'[[Arte]], ossia i [[bestemmia]]tori, i [[sodomia|sodomiti]] (tra cui [[Brunetto Latini]]) e gli [[usura]]i. A quest'ultimo girone Dante dedicherà, molti versi, dal [[Inferno - Canto quattordicesimo|Canto XIV]] al [[Inferno - Canto diciassettesimo|Canto XVII]].