Bellezza: differenze tra le versioni
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Nel tardo [[Impero Romano]], il filosofo [[Plotino]], ristabilendo il collegamento tra opera d'arte e regno delle idee, espone ampiamente il concetto di [[visione interiore]] già proposto da Platone, che permette all'artista di attingere da una forma ideale del bello, non esistente nella ''[[res extensa]]'' (mondo reale) ma soltanto nella ''[[res cogitans]]'' (mondo delle idee), e che presto o tardi sfocerà in una rappresentazione materiale. Si può applicare a mai creati dipinti, architetture, forme di governo, sculture, strategie, modelli matematici, ecc. oppure ad un ipotetico essere umano: '''"''il più bello nella storia''"''' ancora non nato.
IMMANUEL KANT FILOSOFO NATO KONIGSBERG (1724-1804)TRATTA DEL BELLO NELLA SUA TERZA CRITICA: LA CRITICA DEL GIUDIZIO.
KANT OFFRE QUATTRO DEFINIZIONI DELLA BELLEZZA:
1)SECONDO LA QUALITà IL BELLO è L'OGGETTO DI UN PIACERE <<SENZA ALCUN INTERESSE>>(CRITICA DEL GIUDIZIO,parr.2 1-5),
2) SECONDO LA QUANTITà IL BELLO è CIò CHE PIACE UNIVERSALMENTE, SENZA CONCETTO(CRITICA DEL GIUDIZIO parr.6-9)
4)secondo la modalità il bello è <<ciò che senza concetto, è riconosciuto come oggetto di un piacere necessario>>CRITICA DEL GIUDIZIO parr.18-22)
== I rischi di un'estetica radicalmente empirista ==
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