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Dal [[2003]] il toponimo comunale è mutato in '''Ascea-Velia''', nome che, tuttavia, non ha ancora un riconoscimento ufficiale.
 
==Il paeseGeografia==
'''Ascea''' sorge su una collina a ridosso della propria "Marina", a circa 235 M.s.l.m. Il paese è diviso dal comune di [[Pisciotta]], tramite un fiordo percorso dalla [[Strada statale|SS]] 447. Tale fiordo, dal cui lato "ascitano" sorge una torre borbonica, dista circa 2 km dall'abitato.
Risalgono agli inizi del 1800 le prime notizie sul Comune di Ascea così come lo si conosce oggi, ma la storia che lo caratterizza comincia con l’inizio della civiltà moderna, per mano di coloro che hanno creato i pilastri del vivere moderno con la loro voglia di conoscere, indagare, confrontarsi, riflettere sul mondo e sull’uomo.
 
Quando i Focei, popolazione greca dell’Asia Minore (VI sec. a.C.), furono costretti da Arpago a scegliere se combattere una guerra che avrebbero sicuramente perso o arrendersi senza combattere, essi scelsero di abbandonare la propria patria per trovare posti più tranquilli dove esercitare la loro professione di mercanti ed esploratori.
Il paese dista circa 5 km da [[Elea-Velia|Velia]], 9 da [[Pisciotta]], 25 da [[Vallo della Lucania]] e 95 da [[Salerno]].
Provetti navigatori, attraversarono il Mediterraneo approdando sulle coste di Alalia (Corsica), dove furono impegnati in una dolorosa battaglia navale contro i Cartaginesi. La battaglia fu vinta ma la flotta fu più che decimata, il che li convinse ad abbandonare Alalia alla volta delle coste italiche. Qui fondarono la colonia di Reghion in Calabria (oggi Reggio Calabria), e, da qui, si spostarono a nord acquisendo per sé una città in terra Enotria a pochi passi da Paestum. Auro Gellio dà notizia della fondazione della città nel seicentesimo anno dalla venuta in Italia di Enea, sotto il regno di Servio Tullio.
 
La convivenza con le popolazioni indigene fu pacifica e regolata da leggi ispirate dai principali pensatori del mondo antico, tra cui Parmenide, che, oltre ad essere legislatore e reggitore di popoli, fu filosofo metafisico, metodologo, naturalista e medico, il che vale ad identificarlo come maggiore rappresentante della Scuola Eleatica, dove nacque (come afferma Russel) il pensiero filosofico occidentale.
==Storia==
Il nome origina dalla radice mediterranea vel-, per alcuni legato a “sorgente” per altri a “altura”, la quale in greco, per mancanza del suono v- diventa el-. In epoca Romana il nome riprende la radice originaria diventando Velia.
Risalgono agli inizi del 1800 le prime notizie sul Comune di Ascea così come lo si conosce oggi, ma la storia che lo caratterizza comincia con l’inizio della civiltà moderna,. per mano di coloro che hanno creato i pilastri del vivere moderno con la loro voglia di conoscere, indagare, confrontarsi, riflettere sul mondo e sull’uomo.
Durante le guerre dei Romani contro i Sanniti e i Lucani, Velia è alleata di Roma e cementa questa alleanza durante la seconda guerra punica, negando ogni tipo di aiuto ad Annibale.
 
A seguito della Lex Iulia dell’88 a.C. diviene municipio romano, ma già da tempo è meta di pellegrinaggio per le cure mediche: Orazio è suo ospite per curare la gotta, Virgilio per affezioni agli occhi.
== Evoluzione demografica ==
Bruto vi passò prima di andare incontro al suo destino a Filippi, mentre sembra che Catone l’Uticense avesse nella città una delle sue amene ville lucane. Da lui sembra derivare il nome della attuale frazione Catona, che sarebbe sorta proprio attorno alla sua villa.
{{Demografia/Ascea}}
Il sito era diventato uno dei presidi più importanti del Mediterraneo, essendo centro delle rotte di navigazione e porto da cui partivano le merci per l’interno (ancora oggi ci sono tracce della via del Sale che da Velia portava fino in Puglia). Anche nell’Eneide, Virgilio ricorda come le coste di Velia erano tappa obbligata per le navi (… portusque require velinos …).
Nel Medioevo divenne avamposto strategico per la protezione delle coste, divenendo parte di un sistema di controllo ottenuto attraverso la creazione di diverse torrette di avvistamento che si guardavano l’un l’altra dalla Calabria fino a Napoli.
L’insabbiamento dei porti, unito alle sempre più frequenti scorribande piratesche, favorì il trasferimento della popolazione verso l’interno, con la nascita di diverse comunità collinari, fra cui Ascea.
Sul significato del nome diverse sono le ipotesi.
Chi propende per A-skià (alfa privativo greco + skià = ombre) intende rimarcare la felice posizione sempre baciata dal sole, chi fa discendere il nome da ascesa (morfologicamente la –s– debole fra due vocali tende a cadere per formare la parola ascea) basa tale derivazione dal fatto che Ascea nasce su un lieve pendio dal quale si può ammirare tutto quello che oggi è detto Golfo di Palinuro.
Il manto di olive di cultivar pisciottana che rende di un verde uniforme il territorio comunale è una magnifica cornice di borghi che non hanno mai perso il fascino di cui godevano quando furono creati.
Il Comune si estende su 35 kmq, con una morfologia che dolcemente porta dalle magnifiche coste agli oltre 500 metri della parte più alta del territorio comunale.
La Marina, meta agognata di turisti di tutto il mondo, presenta 6 km di costa di cui la maggior parte caratterizzata caratterizzate da rena bianca a grana fine (insignita dell’onorificenza della Bandiera Blu da parte della FEE, oltre che da Tre Vele di Legambiente). Gli oltre 2 km di lungomare, costeggiati da una pista ciclabile in tutta la loro lunghezza, consentono attività sportive amatoriali a stretto contatto con le aree attrezzate a monte, la spiaggia e il mare dall’altro lato. Al centro del lungomare è sita la piazza Teatro, sede della maggior parte degli eventi promossi dall’Amministrazione Comunale, da altri Enti e da associazioni private nel corso dell’anno.
Il ricordo della tradizione marinaresca del posto trova il culmine nella suggestiva processione in barca in onore della Madonna di Portosalvo, che vede, il 27 agosto di ogni anno, la statua della Madonna attraversare in barca tutta la costa.
Il centro della Marina è attraversato in tutta la sua lunghezza da un corso sul quale affacciano numerose attività commerciali meta dell’assalto dei turisti alla ricerca di souvenir e buoni affari. Il lungomare termina nella zona sicuramente più affascinante del Comune: la Scogliera. È questo il posto dove tutti i turisti hanno lasciato un pezzo del proprio cuore, favorendo con la sua suggestione la nascita di tutti gli amori estivi degli asceoti e degli ospiti, ma è anche il luogo dove si può ammirare, intatto ed unico al mondo, il Giglio Marino e la Fenosa tipica della flora mediterranea.
Piccoli anfratti, meravigliosi antri ricavati nella costa che si rispecchiano nel blu del mare, raggiungibili soltanto con piccoli gozzi, occupano la parte di costa che lega Ascea con Pisciotta.
La stazione ferroviaria, fermata di numerosi treni che percorrono la linea Napoli - Reggio Calabria, situata a pochi passi dal centro della Marina, favorisce lo spostamento in treno dei turisti.
Al turista, che, invece, arrivi in macchina, il benvenuto viene affidato all’area archeologica di Elea – Velia, in cui ancora si respira l’aria che ha ispirato i fondatori della città. È questo uno dei siti archeologici più vasti nel Meridione e conserva ancora i resti sia della civiltà greca che romana, nonché dell’epoca medievale. Al suo interno si possono ammirare le costruzioni tipiche greche e romane e i monumenti che ancora restano a loro ricordo: le terme con il loro sistema di canalizzazione delle acque e i mosaici, il castello medievale con la basilica Palatina (attualmente sede di una mostra con i reperti più significativi ritrovati durante gli scavi), ma soprattutto la Porta Rosa, unico arco a tutto sesto di fattura greca ritrovato nel mondo, riportato alla luce dalle investigazioni archeologiche del prof. Mario Napoli, a cui oggi il Comune ha dedicato una Fondazione culturale il cui obiettivo sarà quello di promuovere la storia e la cultura eleatica.
Il sito è stato inserito tra i Patrimoni dell’Umanità dall’UNESCO.
Man mano che ci si sposta verso l’interno il paesaggio marino lascia il passo alle colline ammantate del verde delle olive (Ascea Capoluogo, Terradura), per poi mutare in un paesaggio più prettamente montano, caratterizzato soprattutto da folti boschi di castani.
Ascea Capoluogo, sede della Casa Comunale, si presenta con un nucleo di costruzioni storiche attorno alle quali è stato poi costruito il paese. I vicoletti del centro storico serpeggiano fra “vasci” e portoni in cui ancora oggi si sente l’eco dei racconti e delle fatiche dei vecchi contadini che li vivevano. Il belvedere dello Sporgente è una terrazza sul mare da cui ammirare tutto il golfo da Punta Licosa a Capo Palinuro. La popolazione coltiva ancora con passione le tradizioni dei propri avi, che trovano il culmine nella processione di S. Antonio che si tiene nel primo martedì di agosto, in ricordo dell’intervento del Santo di Padova per placare una epidemia di peste. La statua del Santo, realizzata oltre un secolo fa, attraversa, preceduta da una miriade di “cinte” votive portate in testa dalle fedeli, tutte le vie del paese che si ripopola anche dei propri figli emigrati lontano. Durante l’anno la statua del Santo resta nella sua cappella che domina il Comune dall’alto del paese.
Le frazioni di Terradura, Catona e Mandia sono dei piccoli borghi che ancora mantengono intatte le originarie fattezze. I vicoli che li attraversano presentano un mix di colori, odori, voci che trasportano il visitatore in un mondo quasi “surreale”. Le coltivazioni di fico bianco del Cilento, castagne, fagioli, la presenza di esemplari selezionati di maiali neri del Cilento rappresentano le principali fonti di reddito della popolazione residente e sono oggetto di studi da parte dell’Amministrazione Comunale per il miglioramento della loro qualità e della commercializzazione.
La sommità più alta del Comune ospita il Santuario della Madonna del Carmelo, una delle Sette Chiese Sorelle (delle quali anche altre due si trovano nel territorio asceoto) che si “guardano” tra loro nella vallata che dal Monte Gelbison porta al mare. Il sagrato del santuario è costituito da un belvedere che presenta un panorama che non è possibile raccontare, ma si deve assolutamente ammirare di persona.
 
==Frazioni==
[[immagine:Olea europaea (Cilento).JPG|thumb|right|250px|Un secolare albero d'[[Olea europaea|Olivo]] nel centro di Ascea]]
===Velia===
{{vedi anche|Elea-Velia}}
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=====Geografia della città di Elea-Velia=====
[[immagine:Elea (Velia) - theatre.jpg|thumb|right|500px|Resti di un teatro greco nel sito archeologico di Ascea-Velia]]
[[immagine:Olea europaea (Cilento).JPG|thumb|right|250px|Un secolare albero d'[[Olea europaea|Olivo]] nel centro di Ascea]]
Città della [[Magna Grecia]], sita sulla costa occidentale dell'[[Italia]] meridionale, viene fondata dai [[Focei]], arrivati dalla [[Ionia]] in fuga dall'occupazione [[Persiani|persiana]].</br>
All'inizio la città sorge su due porti, uno a [[Nord]] ed uno a [[Sud]]: i [[Focei]], utilizzano il porto a Sud, mentre i [[Sibrari|Sibariti]], la popolazione autoctona, utilizza quello a Nord, chiamato "le case della notte" perché sembre in ombra. I due porti sono uniti da una via chiamata "la via del Nume", che a sua volta è divisa in due parti: "la via della notte" è chiamato il tratto a Nord, e quindi in ombra, "la via del giorno" è chiamato il tratto a Sud.</br>
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Le altre frazioni asceote sono '''[[Terradura]]''', '''Mandia''' e '''Catona''', site lungo la strada provinciale che da Ascea porta a [[Ceraso]] e Vallo della Lucania. </br>
Le altre piccole frazioni sono '''Baronia''', '''Santa Maria''', '''Salice''' e '''Stampella'''.
 
== Evoluzione demografica ==
{{Demografia/Ascea}}
 
== Voci correlate ==