Lalla Fadhma n'Soumer: differenze tra le versioni

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Una forte linea di difesa riuscì a respingere, ma solo provvisoriamente, gli attaccanti a Icherriden infliggendo loro gravi perdite ([[24 giugno]]: 44 morti, tra cui 2 ufficiali, e 327 feriti, tra cui 22 ufficiali<ref>I dati sulle perdite francesi provengono da Carrey (1858): 128 e coincidono con quelli di Hanoteau (1867): 140. Sulle perdite dei cabili non si hanno notizie precise. Secondo Carrey (''loc. cit.'') "Il pio fanatismo con cui i Cabili portano via i loro feriti e i loro caduti rende impossibile una valutazione esatta delle loro perdite. Ma 67 cadaveri dei loro, ritrovati sia dietro le loro barricate, sia nei dirupi della montagna il giorno stesso del combattimento e nei giorni successivi, testimoniano le perdite da essi subite". Bitam (2000): 108-109 conferma, sulla base di fonti orali attendibili, che i caduti vennero trasferiti per essere sepolti nelle rispettive tribù. Quelli della confederazione di Lalla Fadhma furono sepolti nella località di Aqchur, dove sarebbero ancora visibili delle tombe. Nel 2006 sarebbero state scoperte numerose sepolture di caduti a Icherriden (addirittura 650 secondo l'articolo di Abdenour Bouhireb "[http://www.lesoirdalgerie.com/pdf/2006/11/26/p04act.pdf Revoltes de Fadhma n'Soumer et el Mokrani - Des centaines de sépultures découvertes au village d’Icharidhen]", ''Le Soir d'Algérie'', dimanche 26 novembre 2006, p.4).</ref>), grazie ad un improvviso attacco a partire da trincee mimetizzate nel terreno. La tradizione vuole che anche Lalla Fadhma fosse presente alla battaglia, ed avesse ordinato ai combattenti di legarsi tra loro con funi perché nessuno fosse tentato di fuggire<ref>Il ruolo di pungolo dei combattenti da parte di Lalla Fadhma è ancora ricordato da un detto proverbiale, ''ur deffir d Faḍma ur zdat d tirṣaṣin'' ("Alle spalle c'è [Lalla] Fadhma, di fronte i proiettili nemici"), riportato da Benbrahim 1999.</ref>. In pochi giorni, però, usando anche l'artiglieria, anche queste difese vennero superate e il [[28 giugno]] vi fu la capitolazione di quasi tutte le maggiori tribù (At Yenni, At Wasif, At Boudrar, At Mangellat, ecc.). [[Immagine:Tirourda_1901.jpg|thumb|left|350px|Il Colle di Tirourda sotto la neve (1901)]]Lalla Fadhma rimase tra gli ultimi a resistere, arroccandosi in un villaggio nascosto tra le cime più impervie del [[Djurdjura]], a Takhlijt n At Aadsou, nei pressi del colle di Tirourda.
 
L'[[11 luglio]] questo ultimo ridotto della resistenza cabila venne preso d'assalto e conquistato. Le cronache sullo svolgersi degli eventi sono confuse. Si parla di corruzione e di tradimenti, il che è altamente probabile (muoversi senza guide in quelle regioni impervie sarebbe stato estremamente problematico). I resoconti di parte francese accusano lo stesso fratello di Lalla Fadhma, Sidi Tayeb di avere venduto la sua tribù patteggiando in cambio il rispetto del villaggio dove era asserragliata la sorella con le truppe più fedeli<ref>Così, ad esempio, Carrey (1858): 270-271, che riporta quelle che sarebbero state le parole del fratello al generale Jusuf presso cui si era arreso: "... per provare la propria sincerità, si offre di condurli per facili sentieri fino alle cime che dominano il territorio della sua tribù, alla sola condizione che vengano risparmiati i villaggi del suo [[Caid|caidato]]".</ref>. Più probabilmente egli non fece che negoziare una resa, dopo la sconfitta militare<ref>In una corrispondenza datata 6 luglio (e pubblicata, tra gli altri, dal [http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k4513218 ''Journal des débats politiques et littéraires'' del 17 luglio 1857]), Randon scriveva: "... e di tante tribù irriducibili (''insoumises''), [...] ne restano solo tre, i beni Touragh, gli Illilten e i Beni Hidjer, scossi, esitanti e già in trattative (''en pourparlers'')".</ref>. Comunque sia, se anche accordi vi furono, i Francesi non li rispettarono, ed invasero il villaggio, scacciarono con la forza gli uomini e costrinsero Lalla Fadhma ad uscire dalla casa in cui si era rinchiusa insieme alle donne e ai bambini della tribù.
 
Lalla Fadhma n'Soumer venne così fatta prigioniera insieme a circa duecento donne e bambini, che vennero poi inviati con lei in un campo di detenzione presso la Zaouia di Beni Slimane a Tablat, sotto il controllo di Si Tahar ben Mahieddin<ref>Hanoteau (1867): 127.</ref>, un ''bachagha'' (autorità locale) fedele ai Francesi<ref>Per i suoi servigi alla Francia (a partire dal [[1841]]), "Si Tahar-ben-Mahy-Eddine , bach-agha des Beni-Slimane" venne nominato nella [[Legion d'onore]], come cavaliere dal 1848, e come ufficiale dal [[1859]] (nomina per decreto imperiale in data [[23 aprile]] [[1859]] : cf. [http://books.google.it/books/pdf/Bulletin_officiel_de_l_Alg__rie_et_des_c.pdf?id=BFEMAAAAYAAJ&output=pdf&sig=OWQN5iTAAbRYyjHzrfez21CSb7U&source=gbs_summary_r&cad=0 ''Bulletin Officiel de l'Algérie et des colonies contenant les actes officiels relatifs à l'Algérie et aux colonies publiés pendant l'année 1859. Tome deuxième'' N 14-55], p. 134).</ref>. Oltre a ciò, i Francesi pretesero pesanti tributi in argento, in bestiame e in oggetti di valore, tra cui un gran numero di manoscritti della zawiya di Summer<ref>Le richieste francesi, secondo Robin (1901): 361 furono: 100.000 franchi in argento e gioielli, 82 buoi, 10 muli, 270 ovini, 50 fucili e "160 libri arabi di grande valore".</ref>.