Roberto Farinacci: differenze tra le versioni

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Lo scandalo esplose intorno ad un [[memoriale]] scritto da [[Carlo Maria Maggi]], precedente federale di Milano e protetto di Farinacci, che fu pubblicato sul giornale cremonese. La vicenda suscitò immediatamente un certo nervosismo da parte di Mussolini, che la seguiva attentamente, conscio della potenziale grave lesione all'immagine del nuovo stato fascista. Il Duce, è stato sostenuto, avrebbe premuto per [[insabbiamento|tacitare]] la vicenda, ma le pubblicazioni continuarono, in aperta polemica con i vertici romani.
 
Giampaoli, invece, avrebbe per tutta risposta commissionato l'omicidio di Farinacci, per un soldo di 2.000 lire; non tardò Farinacci a trovare documenti che provavano la manovra e con questi si presentò personalmente al Duce. La pubblicazione, però, aveva detestatodestato l'attenzione della [[magistratura]] che, probabilmente perché non era più possibile diversamente, aprì nel settembre [[1930]] un pubblico processo (che avrebbe confermato le accuse). Mussolini aveva destituito Giampaoli prima del processo, ma anche il Maggi fu allontanato.
 
A Farinacci si chiusero le porte della politica "importante" per molti anni ed il suo giornale fu successivamente di tanto in tanto oggetto di "dispettose" [[censura|censure]], sequestri, ammonimenti. E forse - è stato detto - ebbe anche fortuna non avendo patito altre conseguenze (oltre all'[[emarginazione]]) quando attaccò [[Arnaldo Mussolini]], fratello del Duce, del quale insinuò senza prove che avesse ottenuto finanziamenti occulti per "il Popolo d'Italia".