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'''Ascea''' (''A'scìa'' in [[Dialetto cilentano|cilentano]] e derivante dalla negazione in latino A-Scia, ovvero senza scia, senza nube) è un comune di 5.341 abitanti della [[provincia di Salerno]], sito nel [[Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano]].<
Dal [[2003]] il toponimo comunale è mutato in '''Ascea-Velia''', nome che, tuttavia, non ha ancora un riconoscimento ufficiale.
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{{vedi anche|Elea-Velia}}
=====Storia della città di Elea-Velia=====
Lo storico e geografo greco [[Strabone]] narra della città di '''Elea''' nella sua opera ''Geografia'' (VI, 252), specificando però che i fondatori, i [[Focei]], la chiamarono inizialmente '''Hyele''', [[nome]] che poi viene cambiato in '''Ele''' per finire con '''Elea'''.<
C'è però da tenere conto che i fondatori usavano un alfabeto greco più arcaico rispetto a quello di Strabone (come testimoniano le monete più antiche), ed usavano quindi il "[[digamma]]", una delle lettere perse di quell'alfabeto. Il digamma, che graficamente è simile ad una F, si pronuncia come la ''v'' italiana, dando quindi al nome della città il suono di "Vele". Nella trascrizione, però, già molti Focei non usavano più il digamma, trascrivendo quindi la lettera F con Ύ e trasformando "Vele" in "Hyele" (Ύέλην).<
Neanche [[Antioco di Siracusa]], la fonte a cui si rifà Strabone, aveva a disposizione il digamma, scegliendo però di ignorare la lettera e trascrivendo semplicemente "Ele" (Έλην).<
Per quel che riguarda la scrittura "Elea" (Ελέαν), si tratta di una deformazione attica che non si riscontra prima di [[Platone]], nel [[IV secolo a.C.]]: due secoli, cioè, dopo la fondazione della città.<
I [[Romani]], dal [[535 a.C.]] circa, la chiamarono '''Velia'''.<
Il 18 maggio 1703 il re di Napoli Carlo III nomina marchese il generale Bartolomeo Alfredo dei Borboni detto il Terradura, dando così inizio al glorioso casato Terradura d'Ascea a cui viene assegnata la marca di confine che si estendeva nei territori di Ascea, Velia, Mandia e Catona.
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=====Geografia della città di Elea-Velia=====
[[immagine:Elea (Velia) - theatre.jpg|thumb|right|500px|Resti di un teatro greco nel sito archeologico di Ascea-Velia]]
Città della [[Magna Grecia]], sita sulla costa occidentale dell'[[Italia]] meridionale, viene fondata dai [[Focei]], arrivati dalla [[Ionia]] in fuga dall'occupazione [[Persiani|persiana]].<
All'inizio la città sorge su due porti, uno a [[Nord]] ed uno a [[Sud]]: i [[Focei]], utilizzano il porto a Sud, mentre i [[Sibrari|Sibariti]], la popolazione autoctona, utilizza quello a Nord, chiamato "le case della notte" perché sembre in ombra. I due porti sono uniti da una via chiamata "la via del Nume", che a sua volta è divisa in due parti: "la via della notte" è chiamato il tratto a Nord, e quindi in ombra, "la via del giorno" è chiamato il tratto a Sud.<
I rapporti fra le due popolazioni si inaspriscono quando i Sibariti, gli autoctoni, rifiutano l'amicizia con la città di [[Crotone]], amicizia che invece viene stretta dai Focei: questi ultimi dividono con una porta le due parti della città quando i Sibariti decidono di attuare una secessione.<
Ma la minaccia di invasione da parte dei Siracusani fa sì che i Sibariti premano per riunire la città in un'unica grande forza da opporre al nemico. Malgrado ci siano molte pressioni per mantenere la divisione, prevale la spinta unitaria e così viene incaricato il saggio [[Parmenide]] (conosciuto in seguito come [[Filosofia|filosofo]] [[Presocratici|presocratico]]) di occuparsi delle trattative. Riunite le due fazioni, per suggellare l'unità di Vele Parmenide decide di attraversare la "via del Nume" su un cocchio trainato da cavalle.<
Dopo l'impresa, Parmenide diviene legislatore e primo cittadino di Vele, e la governa fino alla morte. Mette per iscritto le sue gesta componendo un poema che inizia proprio con la traversata della "via del Nume", alla fine della quale la dea Giustizia gli detta personalmente le leggi da applicare alla città.
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===Altre frazioni===
Le altre frazioni asceote sono '''[[Terradura]]''', '''Mandia''' e '''Catona''', site lungo la strada provinciale che da Ascea porta a [[Ceraso]] e Vallo della Lucania. <
Le altre piccole frazioni sono '''Baronia''', '''Santa Maria''', '''Salice''' e '''Stampella'''.
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