Distopia: differenze tra le versioni

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Per '''distopìa''' (o '''antiutopìa''', '''pseudo-utopìa''' o '''utopìa negativa''') si intende una società indesiderabile sotto tutti i punti di vista. Il termine è stato coniato come opposto di [[utopia|utopìa]] ed è soprattutto utilizzato in riferimento alla rappresentazione di una [[società umana|società]] fittizia (spesso ambientata in un [[futuro]] prossimo) nella quale le tendenze sociali sono portate ad estremi [[fantascienza apocalittica e post apocalittica|apocalittici]].
 
Secondo l'''[[Oxford English Dictionary]]'', il termine fu coniato alla fine del [[XIX secolo]] dal [[filosofia|filosofo]] [[John Stuart Mill]], che si serviva allo stesso tempo anche di un sinonimo creato da [[Bentham]]: ''cacotopìa''. Entrambe le parole si basano sul termine utopìa, inteso come il luogo dove tutto è come dovrebbe essere. ''Distopìa'' è quindi l'esatto opposto, cioè un luogo del tutto spiacevole ed indesiderabile. Spesso la differenza tra utopìa e distopìa dipende dal punto di vista dell'autore dell'opera. I testi distòpici appaiono come opere di avvertimento, o [[satira|satire]], che mostrano le tendenze attuali estrapolate sino a conclusioni apocalittiche. La differenza con l'utopìa sta quindi nel fatto che la distopìa si basa su una società attuale, spostando però l'interesse su un'epoca e un luogo distanti o successivi ad una discontinuità storica, come nelle opere [[fantascienza|fantascientifiche]] di [[Herbert George Wells|H.G. Wells]].
 
Nella [[letteratura]], un numero considerevole di storie di [[fantascienza]], ambientate in un futuro prossimo ed appartenenti al genere [[cyberpunk]], usa le regole della distopìa per delineare mondi dominati dalle [[corporazione|corporazioni]] ''[[high-tech]]'' in cui i governi nazionali stanno diventando sempre più irrilevanti. È dunque il genere della [[Fantascienza apocalittica e post apocalittica|fantascienza post apocalittica]] quello che più caratterizza la narrativa distòpica.