Plotino: differenze tra le versioni
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Nell'essere ogni idea è tutte le altre, la chora è una anch'essa, ma il sensibile che ne è l'unione non è più Uno ma molteplice. Gli enti di questo mondo sono bene in quanto a immagine dell'essere, ma male in quanto non sono gli altri enti e non sono una cosa sola. È paradossale la natura non solo dell'uomo ma di ttutti gli enti come lui: proprietà dell'ente è essere se stesso e non essere gli altri enti, l'altro-da-sé, altrimenti non potremmo parlare di enti ma si parlerebbe solo di ente.
Il [[male]] esiste allora in senso relativo come il [[non-essere]], ma c'è. Il male di ogni ente, compreso l'uomo, è la diversità non essere gli altri enti; male che resterebbe anche se fossimo tutti uguali, perché comunque il mio corpo non sarebbe il tuo, io non sarei te pur essendo due copie uguali. La soluzione non è conformismo, ma la fuga dal mondo (che è diversità); tema e scelta di rilievo nel medioevo, dovuta a guerre e situazioni storiche, trova però qui un contributo fondamentale nell'orientale alla vita monastica o alla solitudine dal mondo di molti posteri.
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Inizia nel tempo di Plotino l'intensa attività della [[patristica]] cristiana, nel tentativo di dare alle comunità cristiane una [[filosofia]] e [[teologia]] conciliabili con la [[religione]] e nello stesso tempo all'altezza della filosofia antica. Più di altri filosofi vicino alla nascente teologia cristiana, per Plotino è l'essere che tiene in vita il mondo e ci aspetta: l'Uno vuole questo, ma è anche costretto a farlo e, l'uomo è l'unico essere libero che può tornare all'Uno.
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