Discussione:Italia/Archivio 2: differenze tra le versioni
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La frase ''...una peninsulare, che si allunga nel Mediterraneo fino a circa 150 chilometri dalle coste dell'Africa, ed una insulare, rappresentata principalmente dalle due maggiori isole del Mediterraneo, la Sardegna e la Sicilia...'' contiene un'informazione errata. I 150 chilometri di distanza dall'Africa si raggiungono solo sullo stretto di Sicilia, quindi non è la parte peninsulare che si allunga fino a 150 km. --[[Utente:Ysogo|Ysogo]] ([[Discussioni utente:Ysogo|msg]]) 23:50, 29 set 2008 (CEST)
:Grazie della tua segnalazione. Credo di aver risolto il problema. --[[Utente:Piero Montesacro|Piero Montesacro]] 16:02, 1 ott 2008 (CEST)
== Due osservazioni su lingua e ==
1) la parte dedicata alla lingua tende ad essere 'didattica': l'autore vuole insegnarci a rispettare le lingue locali, sottolineando che tutte le lingue regionali sono sviluppi indipendenti e non sono derivate dall'italiano. Giusto. Però questo si applica anche ai 'dialetti'. Si parla di 'insubre' ma non è che il milanese e il valtellinese, suoi dialetti, non siano anch'essi sviluppi indipendenti. La definizione che l'autore dà di lingua è piuttosto quella di 'dialetti accomunati da fenomeni fonetici e morfolofici'. Questa accomunazione ha molto di arbitrario e dà luogo a un'infinità di discussioni. Ora, o si rinuncia al taglio didattico e si riportano i fatti, oppure ci si dovrebbe rifare alle formulazioni più recenti, che definiscono una lingua secondo criteri socio-culturali: presenza di una forma standard consolidata, e suo utilizzo in tutti gli ambiti, da quello colloquiale a quello ufficiale, dai trattati scientifici alla poesia. Si vede bene come sulla base di questo criterio l'italiano sia la sola vera lingua parlata in Italia (a parte lingue che hanno fuori d'Italia il grosso dei parlanti). Non si possono mettere sullo stesso piano altri 'sviluppi indipendenti', anche se questo non vuol dire, naturalmente, che non li si debba valorizzare;
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