Discussione:Ipotesi alternative sull'AIDS/Archivio 1: differenze tra le versioni

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la fonte più autorevole sul non isolamento e quindi sulla non esistenza del retrovirus ribattezzato HIV dopo il 1984 è il gruppo di Perth - http://en.wikipedia.org/wiki/Eleni_Papadopulos-Eleopulos. La voce sulle teorie alternative sull'eziologia dell'AIDS è carente, anche se il clima della discussione sembra promettente. spero che dopo il nobel a Luc Montagnier ci sia una nuova attenzione sull'argomento.
 
==Postulati di Koch==
 
Intervengo solo perché ho notato una gran confusione per quel che riguarda i postulati di Koch. Innanzitutto questi (più correttamente chiamati "teoria microbica delle malattie") sono stati proposti alla fine dell'ottocento per quel che riguardave i '''batteri'''. Vi ricordo che l'esistenza dei virus (noti allora come "agenti filtrabili") è nota solo dal 1898, e che gli studi più importanti in virologia sono di molto posteriori. Insomma Koch non aveva idea dell'esistenza dei virus. In secondo luogo nell'articolo sono citati male. Traduco il più fedelmente possibile da Koch stesso:
* 1- Il microorganismo deve essere costantemente presente negli animali che soffrono della malattia e non negli organismi sani.
* 2- I microrganismi devono essere coltivati in una [[coltura pura]] al di fuori dell'organismo ospite.
* 3- questa coltura '''batterica''', se inoculata in un animale da laboratorio deve dare i sintomi caratteristici della malattia.
* 4- I microorganismi devono venire re-isolati da un animale da esperimento infettato e coltivati di nuovo in laboratorio, dimostrando di essere identici all'organismo originale.
 
Analizzo i punti uno per uno:
 
Nel punto 1 non si dice "tutti", ma "costantemente". Ovviamente non ci si riferisce al 100% dei casi. Ogni biologo di buon senso sa che non esiste niente che sia vero nel 100% dei casi. Koch non era così idiota da escludere l'esistenza di soggetti immuni (soggetti in cui il microorganismo può essere presente ma non dare sintomi) ne' di soggetti con sindromi simili (soggetti in cui per cause diverse dal microorganismo in esame si sviluppa un insieme di sintomi '''simile''' a quello della malattia). Per l'HIV i soggetti portatori che non manifestano i sintomi sono poche unità in tutto il mondo, e tutti riconducibili a mutazioni genetiche (non tratterò in questa sede i modi in cui una mutazione può rendere immuni da una malattia infettiva, basti sapere che sono moltissimi, anche se non molto probabili); sindromi '''simili''' (non identiche) all'AIDS possono essere dovute a numerose cause. Per esempio varie forme di leucemia o alcuni virus come il Citomegalovirus o HTLV (Human T-cells Leukemia Virus) possono provocare immunodepressione, che è il sintomo principale dell'AIDS, ma non possono provocare AIDS (ha forse ragione chi dice che il nome AIDS è improprio perché troppo generico). In conclusione HIV soddisfa il primo postulato.
 
Il secondo punto è inapplicabile a buona parte dei virus animali. In primo luogo tutti i virus che possono essere coltivati necessitano di una coltura di cellule ospiti, che non risponde alla definizione di coltura pura. In secondo luogo molti virus crescono solo in vivo (in un animale ospite). Per esempio il virus dell'epatite C (HCV) non cresce in coltura ma solo nel fegato di un essere umano vivo scrivo questo solo per ricordare a tutti che i postulati di Koch non sono legge quando si parla di virus). Comunque HIV può essere isolato colturalmente con un processo piùttosto complicato, che richiede l'allestimento di una co-cultura di cellule mononucleate del sangue periferico del soggetto in esame con cellule mononucleate del sangue periferico di un donatore normale (sano e HIV negativo). Quindi HIV soddisfa (nei limiti di un virus) il secondo postulato.
 
Anche il terzo punto non è applicabile a buona parte dei virus, che sono strettamente specie-specifici (infettano solo la specie ospite). I risultati ottenuti con HIV sugli animali non sono accettati dai sostenitori delle teorie alternative, tuttavia la rispondenza di HIV a questo postulato è dimostrata dalla trasmissione accidentale a medici, tecnici di laboratorio e pazienti privi di altri fattori di rischio. Preciso che neanche questo postulato si riferisce al 100% dei casi, perché bisogna tenere conto di soggetti immuni, infezioni abortive...
 
Il quarto punto non è applicabile ai virus per quel che riguarda l'ultima parte. Infatti i virus (in particolare i virus ad RNA, come HIV) hanno un genoma estremamente variabile, a causa dei frequenti errori commessi dalla RNA-polimerasi II. Il nostro genoma non è colpito dalla maggior parte di questi errori per due motivi: il primo è che è molto più grande, e quindi la maggior parte delle mutazioni sono irrilevanti, il secondo è che possiede dei meccanismi di riparo del DNA (Comunque una piccola parte di errori si accumula anche nel nostro genoma ed è una delle cause dell'evoluzione). Per l'HIV, come del resto per tutti i virus, si può solo dire che al secondo passaggio risulta identico al microorganismo originale nei limiti del concetto di '''specie virale'''.
 
Concludo con un esempio di agente eziologico di una malattia che non soddisfa i postulati di koch: Il poliovirus, universalmente accettato come causa della poliomelite paralitica. In realtà questo virus provoca poliomelite solo in circa un soggetto su cento positivi. Se avessero dato retta ai postulati di Koch oggi non avremmo il vaccino antipolio e moriremmo ancora come mosche di poliomelite.
 
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