Diffusione dell'aikido in Italia: differenze tra le versioni
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I periodi significativi di evoluzione, crescita e sviluppo dell'Aikido in Italia sono scanditi da periodi storici ciascuno dei quali ha la sua caratteristica peculiare.
*Il primo è quello degli entusiasmi pionieristici ed è ancora maggiormente orientato all'Aiki-budô (合気武道) degli anni '40 e '50 di cui si era fatto portatore ''Salvatore Mergè'' [[Aikido:
*Il secondo è responsabile di un salto di qualità nella pratica aikidoistica italiana dovuta all'arrivo del M° ''Hiroshi Tada'' e vede una sensibile diffusione dell'Aikido sul territorio e conseguente sensibile crescita numerica degli aikidoisti italiani.
*Il terzo si caratterizza per il definitivo consolidamento della struttura organizzativa e didattica dell'Aikikai d'Italia, conseguente all'erezione in ''Ente Morale''. L'attività della più importante organizzazione aikidoistica italiana entra a regime focalizzandosi sulla propria gestione interna organizzativa e sull'interazione con le federazioni europea ed internazionale (la F.E.A. e la I.A.F.) da cui essa gerarchicamente dipende.
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=== Periodo dal 1965 al 1978 ===
Con l'avvento in Italia di ''Hiroshi Tada'' [[Aikido: diffusione
==== Anno 1965: arriva in Italia il maestro ''Masatomi Ikeda''. ====
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==== Anno 1967: arriva in Italia il maestro ''Toshio Nemoto''. ====
Nell'estate del 1967 arriva nella città di Torino su esplicita richiesta del suo maestro ''Tada Hiroshi'' di cui è stato allievo in Giappone presso il ''Dôjô Jiyûgaoka''. Si insedia a Torino dove insegna stabilmente al ''Judo Kodokan Club'' nella palestra dello stadio comunale di Torino in Via Filadelfia 88 e svolge un ruolo di supporto al M° ''Tada'' nei principali stages svolti in Italia.<br>Assistito dal torinese ''Claudio Pipitone'', pioniere dell'Aikido italiano e suo abituale "''uke''" (partner d'allenamento), si prodiga per oltre tre anni con ardore e con tenacia per la diffusione dell'Aikido in Italia. A tale proposito è da ricordare l'evento eccezionale del 29 ottobre 1968 <ref>[http://www.aikikai.it/album/album13.htm visita a Torino della figlia dell'ambasciatore giapponese a Roma]</ref> organizzato per la visita a Torino della Sig.na ''Makiko Nakamura'', figlia dell'allora ambasciatore giapponese a Roma, ottima aikidoista, che fu motivo di risonanza anche sui quotidiani dell'epoca ed utile occasione per far conoscere l'esistenza in Torino di un qualificato corso d'Aikido condotto da un insegnante giapponese. Nel mese successivo dello stesso anno, sabato 21 settembre, in occasione di un'esposizione d'arte presso la "''Galleria Viotti''" di Torino, è da ricordare una lezione d'allenamento tenuta presso il Dojo di Torino dalla Sig.na ''Haru Onoda'' [[Aikido: diffusione
==== Anno 1968: iniziano gli stages annualmente ricorrenti del ''M° Tada'' ====
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*Frattura anche in Italia fra "''pratica ed organizzazione della pratica''"
Alcune considerazioni preliminari sono necessarie al fine di poter valutare e giudicare in modo appropriato il notevole incremento delle divisioni che nel tempo si sono succedute negli ambienti aikidoistici italiani fino a raggiungere, in questo periodo storico, proporzioni ragguardevoli.<br>Infatti in questo periodo la pratica aikidoistica si va progressivamente e sensibilmente frammentando sempre più in organizzazioni che, nella maggior parte dei casi, non avendo sul nascere la forza di sopravvivere autonomamente, entrano a far parte di associazioni e federazioni nazionali affini, riconosciute dal C.O.N.I., in grado di mettere a loro disposizione il supporto di una struttura organizzativa consentendo loro al contempo di svolgere l'attività aikidoistica in modo autonomo, libero da politiche gestionali che esorbitano dall'interesse primario di una genuina pratica aikidoistica.<br>
Questo fenomeno ha le proprie motivazioni ed affonda le proprie radici nel dilemma che generalmente colpisce la trasmissione di qualsiasi arte e conoscenza umana nel momento in cui essa si diffonde, cresce e diventa facilmente accessibile a tutti. Il dilemma consiste nella dicotomia "''qualità verso quantità e viceversa''", il cui rapporto inversamente proporzionale accentua la divergenza fra i due fattori al crescere di uno di essi. Per questa ragione a fronte della rapida espansione dell'Aikido in tutto il mondo, ad iniziare dal Giappone e dagli stessi allievi diretti del Fondatore, man mano che l'organizzazione della pratica aikidoistica crebbe e, nella necessità di gestire numeri crescenti di praticanti, si burocratizzò sacrificando sull'altare delle necessità gestionali le esigenze prioritarie della trasmissione diretta dell'Arte<ref>La trasmissione tradizionale delle arti marziali giapponesi tramandata invariata in Giappone fino alla persona di Morihei Ueshiba è detta "''I Shin den Shin''", che significa trasmissione diretta dell'Arte "''da cuore a cuore''" (anche tradotto "''da spirito a spirito''" o "''da mente a mente''"), cioè al di là delle parole e delle spiegazioni verbali e razionali.</ref>, corrispondentemente fra coloro che maggiormente erano immersi in un interesse esclusivo di coltivazione profonda dell'Arte, aumentò il numero di chi avvertì come fuorviante l'eccessiva indulgenza verso le esigenze gestionali che li obbligavano ad un diverso rapporto fra insegnanti ed allievi, necessario in una didattica più cattedratica secondo il moderno stile occidentale dell'insegnamento e tendente a diminuire drasticamente la gravosità della pratica per potersi anche rivolgere alle esigenze di massa.<br>Un primo segnale di questo malessere fra generazioni di aikidoisti, arrivò già fin dai tempi delle costituzioni delle scuole autonome fondate dai primi allievi del Fondatore, resisi man mano indipendenti dall' ''Hombu Dojo Aikikai'' nel Giappone stesso [[Aikido: diffusione nel mondo#Ramificazione_del_lignaggio_in_differenti_stili_e_scuole_personali|(vedi tabella)]], ma il segnale più forte e più grave venne indubbiamente dal maestro ''Tadashi Abe'' [[Aikido: diffusione nel mondo#Il_lignaggio_dell'Aikido_in_Giappone:_gli_allievi_diretti_del_Fondatore|(vedi tabella)]] il quale, conclusa la propria permanenza in Europa e tornato in Giappone, di fronte alla commissione dei vertici dell' ''Aikikai So Hombu'' riuniti per consegnargli il certificato del diploma di 7° dan, rifiutò con rispettose ma inequivocabili parole il diploma stesso, dichiarando di non riconoscersi più nell'Aikido praticato negli anni '60 all' ''Hombu Dojo Aikikai'' e di riconoscere unicamente i gradi (6° dan) rilasciatigli dal suo maestro Ueshiba Morihei, non essendo interessato a fregiarsi di gradi rilasciati in modo collegiale da una commissione tecnica designata dell'Aikikai Foundation.<ref>Fonte: {{fr}} [http://www.aikidotakemusu.com/rubrique1.html Rubrique: ''Articles, Histoire de l’Aikido''] articolo di ''Philippe Voarino'' su "Aikido Journal N°1 - février 2002"</ref><br>La dissociazione dal modo con cui man mano nel tempo si è evoluta presso l' ''Hombu Dojo Aikikai'' la pratica dell'Aikido dopo la morte del suo Fondatore e la frammentazione che da tali prese di distanza ne è conseguita, ha dunque dei padri molto illustri e spesso la motivazione è da ricercarsi in un autentico e sincero desiderio di mantenere intatta la purezza originaria della trasmissione dell'Arte ricevuta dal proprio maestro, piuttosto che nella pura e semplice ambizione personale.
==== Fine anni '70: nasce la U.I.A. (Unione Italiana d'Aikido) ====
A cavallo fra gli ultimi anni '70 ed i primissimi anni '80, per iniziativa della cintura nera italiana ''Paolo Corallini'' nasce in Italia la U.I.A., prima associazione d'Aikido indipendente dall'Aikikai Foundation fin dalle sue origini.<br>
Questa sua origine d'ispirazione del tutto occidentale, indipendente dalla gerarchia dei maestri giapponesi e dalla loro iniziativa di diffusione dell'Aikido in Europa per conto dell'Aikikai Foundation, fu dovuta ad un suggerimento del maestro francese ''André Nocquet'' [[Aikido: diffusione
==== Anno 1980: nasce la "''Ki no Kenkyukai Italia''" ====
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==== Anno 1998: nasce l'A.D.O.-U.I.S.P. (Area Discipline Orientali - U.I.S.P.) ====
Nel 1976 la U.I.S.P. aveva già stretto un rapporto di collaborazione con l' ''Aikikai d'Italia'' per offrire ai propri iscritti la possibilità di praticare l'Aikido. Successivamente cambia denominazione in "''Unione Italiana Sport Per tutti''" e nel 1998 nasce al suo interno l'A.D.O. specificamente destinata ad organizzare l'attività delle numerose discipline orientali che nel corso degli anni si erano sviluppate. Per quanto riguarda la pratica dell'Aikido, la U.I.S.P. non mantenne nel tempo l'accordo con l' ''Aikikai d'Italia'' ed in tempi recenti si rivolse al maestro francese ''Christian Tissier'' Shihan 7° dan dell' ''Aikikai Foundation'' [[Aikido:
Pionieri europei si recano ad apprendere l'Aikido
=== Periodo contemporaneo ===
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