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==Le operazioni terrestri==
Le truppe dell'ANZAC si mossero per conquistare l'altura di ''Chunuk Bair'', dominante lo stretto. Fino al [[4 maggio]] i violenti combattimenti costarono ai turchi perdite molto pesanti, ma gli alleati non ottennero alcun risultato e furono costretti ancora una volta a trincerarsi a difesa.
Il [[28 aprile]], dopo un pesante bombardamento navale, le truppe sbarcate a sud avanzarono verso l'altura di ''Achi Baba'', altra posizione dominante a circa 10 Km da capo Helles. Le prime difese turche vennero sopraffatte, ma l'intervento dell'11a divisione ottomana al completo costrinse gli alleati a ritirarsi sulle posizioni di partenza. Ulteriori tentativi di sfondare ottenero scarso successo nei giorni successivi. Con il rinforzo di tre nuove divisioni affluite sulle teste di ponte il generale Hamilton sferrò un nuovo attacco. Dal 6 all'[[8 maggio]], con la preparazione di artiglieria effettuata dalle navi da battaglia, i francesi attaccarono l'ala sinistra dello schieramento ottomano, ma senza risultati apprezzabili (anzi, i turchi riconquistarono alcune posizioni perdute). Il [[19 maggio]] scattò una poderosa controffensiva ottomana, comandata personalmente dal generale von Sanders e diretta a ricacciare in mare le truppe dell'ANZAC. Le difese ben predisposte da australiani e neozelandesi fiaccarono il tentativo. Il [[24 maggio]] vi fu una nuova tregua per lo sgombero delle migliaia di morti e feriti. Nel corso del mese di maggio le forze navali alleate subirono perdite che consentirono all'artiglieria turca di battere l'ala destra alleata direttamente dalla costa asiatica.
Il 4 giugno, muovendo dalle postazioni di Capo Helles, 30 mila inglesi tentarono di(terza nuovobattaglia nel settore) l’assalto a [[Krithia]], difesa da 28 mila turchi. Assalto lanciato in pieno giorno, contro le trincee: nuovo fallimento, 4000 mila morti. Devastanti anche le perdite turche. Il 4 giugno un nuovo attacco alleato diede vita alla terza battaglia nel settore di [[Krithia]]: a parte la conquista di alcuni trinceramenti turchi le forze alleate non riuscirono a fare progressi verso l'interno, al prezzo di 4.000 mila morti. Devastanti anche le perdite turche. Agli insuccessi alleati si venne a sommare l'ormai precaria condizione di salute e di spirito delle forze sbarcate in aprile. Hamilton chiese quindi nuovi rinforzi, che entro fine luglio furono completati in cinque nuove divisioni in aggiunta alle sette già presenti sulle teste di ponte. Anche le forze ottomane si rinforzarono di conseguenza, fino a schierare nello stesso periodo ben 15 divisioni.
 
 
Per il resto è una sequela di assalti tentati con scarso successo: due volte a Krithia, per tentare di impossessarsi dell’altopiano di Achi Baba, dove l’8 maggio gli inglesi avevano conquistato poco più di 600 metri, a prezzo di 6.500 morti. I turchi contrattaccarono, insistentemente, nella zona di Anzac, con coraggio e determinazione. Il 19 maggio, per esempio, 30 mila uomini assaltarono ripetutamente il centro delle postazioni australiane. I turchi persero 10 mila uomini, contro i 100 morti e i 500 feriti dell’Anzac. Gli australiani – scanzonati, indisciplinati ma testardi e coraggiosi – costruirono lì la loro fama di grandi soldati. E, mano a mano che passavano i giorni, cominciarono a riconoscere nel soldato turco un avversario degno di loro: fino a dichiarare pubblicamente che "Johnny Turk" o "Abdul" non era un selvaggio primitivo, come diceva la propaganda alleata, ma "un bravo e corretto combattente".
 
Giugno e luglio passarono in trincea, mentre la dissenteria aggiungeva le sue vittime a quelle dei cecchini e degli assalti locali, ostinati ed inutili. Tra sete, caldo, odore di morte – un po’ ovunque c’erano cadaveri in putrefazione – e tormento delle mosche, le truppe conservano intatto un alto morale: da entrambe le parti, questa snervante battaglia cominciava ad assumere i toni dell’epopea.
All’inizio di agosto, gli inglesi decisero di riprendere l’iniziativa. Dopo aver rinforzato gli effettivi, il [[6 agosto]] attaccarono contemporaneamente sul fronte di Capo Helles e nella zona Anzac, per la conquista di Sari Bair. Lo scopo era quello di coprire un nuovo sbarco, nella baia di Sulva. A Sari Bair e sul Monte Chunuk, gli australiani furono ad un passo dallo sfondamento: ma il 9 agosto, Kemal lanciò una controffensiva, perse 5.000 uomini e riprese le posizioni. Tra il 6 e il 10 agosto, l’Anzac aveva perso 12 mila uomini. A Sulva, intanto, 1.500 turchi al comando del maggiore bavarese Wilmer erano riusciti a bloccare sulla spiaggia 25 mila uomini del generale Sir Frederick Stopford, più contento di essere sceso a riva che determinato a spingersi oltre.
 
Sempre tra il 6 e il 10 agosto, von Sanders riuscì a rinforzare Wilmer, mentre Stopford si preoccupava di fortificare le spiagge. Risultato: le colline che dominavano la baia di Sulva rimasero saldamente in mano turca e i generali inglesi, indecisi e distratti, avevano perso la loro ultima occasione. Si tornò alla terribile vita di trincea. In ottobre, il comandante in capo Hamilton chiese altre forze per condurre una battaglia che finora aveva distrutto uomini e risorse senza alcun vantaggio. Fu sollevato dal comando e sostituito dal generale Monro, convinto che l’unica soluzione possibile fosse andarsene da Gallipoli.
 
==Ultimo colpo di coda e fallimento definitivo==