Adolfo Wolff: differenze tra le versioni

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Il 28-[[29 marzo]] [[1861]] partecipò al viaggio a [[Caprera]] da [[Giuseppe Garibaldi]] organizzato dallo scrittore Franco Mistrali con lo scopo di invitare l'eroe a riprendere la lotta per l'Unità d'Italia. Tra i trenta partecipanti vi erano Carlo Comaschi, Luigi Cingia, Antonio Frigerio, Faustino Tanara e [[Cesare Bernieri]].
 
Nel 1865 fu carcerato nel forte di Alessandria. e nel [[1866]] allo scoppio della [[Terza guerra di indipendenza]] si arruolò nel [[Corpo Volontari Italiani]] di [[Garibaldi]].
 
Di lui disse il [[garibaldino]] Giulio Adamoli nel suo scritto "''Da San Martino a Mentana"<ref>[http://www.adamoli.org/giulio/sanmartino04.html Giulio Adamoli, ''Da San Martino a Mentana'']</ref>: "Dovrei ora aggiungere come il collega di missione, il Wolf, comandante la compagnia estera, accrescesse il fascino di quelle ore, con gli allettamenti dello spirito colto e sagace: familiare del Mazzini, confidente dei patrioti di tutta Europa, sapeva tener viva una conversazione tra le più dilettevoli; già milite in Africa nella Legione Straniera, in [[Piemonte]] nella legione anglo-italiana, oggi, a capo degli svizzeri e dei bavaresi disertori dell'esercito borbonico, e gente punto facile, mostrava un tatto militare, una energia veramente non comune. Ma sulla memoria di quell'uomo, che pareva l'incarnazione più pura della rivoluzione, a cui, durante dieci anni, noi tutti stringemmo fiduciosi la mano, sul campo e nelle nostre case, perché compagno nostro nelle spedizioni, nei combattimenti, nelle prigioni; su la immagine di quell'uomo, conviene stendere un velo come i veneziani sul ritratto del doge fellone, e passare oltre per sempre".''