Persecuzione dei cristiani: differenze tra le versioni

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== Persecuzione nazista dei cristiani ==
Anche se meno programmaticamente ostile alla cristianità di quanto non fosse l'Unione Sovietica, e molto meno ostile rispetto agli [[ebrei]], che i nazisti cercarono di sterminare nell'[[Olocausto]] in tutto il [[Terzo Reich]] e nei territori che caddero sotto il loro controllo, il [[totalitarismo]] [[Nazismo|nazista]] richiedeva che tutte le attività religiose si conformassero ai desideri della leadership nazista. Anche se un tentativo fatto da [[Alfred Rosenberg]] di restaurare un [[paganesimo]] "ariano" non portò alcun frutto, soprattutto a causa dell'opposizione popolare, le chiese cristiane furono obbligate ad accettare le dottrine razziali del nazismo. La [[Gestapo]] teneva d'occhio il clero e le congregazioni cristiane, alla ricerca di una qualsiasi parvenza di dissenso con le politiche naziste, e molti laici ede relativamente pochi ecclesiastici cristiani finirono nei [[campo di concentramento|campi di concentramento]] quando cercarono di opporsi agli insegnamenti e alle pratiche del nazismo o se agivano in base a convinzioni pacifiste (come moltiil caso dei [[Testimoni di Geova]], unico gruppo religioso che fu interamente perseguitato dai nazisti).
 
Secondo alcuni critici pochi capi cattolici si opposero effettivamente alla tirannide nazista, salvo lottare per salvare i privilegi della Chiesa. Perfino il sacerdote gesuita Rupert Mayer, che il papa ha beatificato per aver parlato apertamente contro i nazisti, fu internato nell’abbazia benedettina di Ettal in base a un accordo fra capi nazisti e gerarchia ecclesiastica, per la quale la franchezza del gesuita era diventata imbarazzante. Gli stessi critici indicano che
il fatto che siano pochi i prelati che si siano opposti al nazismo è una dimostrazione che decine e decine di vescovi, arcivescovi e cardinali cattolici, oltre a migliaia di sacerdoti cattolici, non si oppose al nazismo. Nel libro ""I nazisti e la Chiesa"" di Guenter Lewy , ed. Il Saggiatore, 1965 viene citata una lettera pastorale indirizzata dai vescovi cattolici tedeschi nel settembre 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale. Essa dice in parte: ''“In quest’ora decisiva incoraggiamo ed esortiamo i nostri soldati cattolici, in obbedienza al Führer, a compiere il loro dovere e ad essere pronti a sacrificare tutto di se stessi. Esortiamo i fedeli a unirsi in una ardente preghiera affinché la Provvidenza divina conduca questa guerra ad una fine benedetta”''.
 
 
L'espansione della [[Germania Nazista]] e l'instaurazione del dominio nazista nelle nazioni occupate portò a persecuzioni che andavano da quelle caratteristiche della Germania stessa a condizioni simili a quelle dell'Unione Sovietica. I preti cattolici in [[Polonia]] precedettero persino gli ebrei nella strada verso i campi di concentramento; molti vennero uccisi con la liquidazione dell'[[intellighentsia]] polacca.