Demostene: differenze tra le versioni

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Le 61 orazioni pervenuteci di Demostene si possono dividere in gruppi tematici:
 
1. * '''Discorsi assembleari (or. I-XVII)''': detti anche, con termine greco, demegorie, coprono un arco di tempo che va dall'esordio di Demostene nel [[354 AC|354 a.C.]], con l'orazione '''Sulle simmorie''', su un progetto di riforma della flotta, al [[336 AC|336 a.C.]], quando l'oratore si scagliò contro una presunta violazione macedone dei patti stipulati da Alessandro con Atene. In numero di 17, tra le demegorie spiccano le 3 '''Olintiache''' e le 4 celebri '''Filippiche'''.
 
2. * '''Discorsi giudiziari (XVIII-XXVI)''': tra questi 8 discorsi, va ricordato quello celeberrimo '''Sulla corona'''. Nel [[337 AC|337 a.C.]] il politico Ctesifonte aveva proposto l'assegnazione della corona civica a Demostene per le sue benemerenze: tale proposta fu attaccata da Eschine come anticostituzionale, in quanto onorava un magistrato ancora in carica e, soprattutto, perché la politica di Demostene era stata tutt'altro che buona per la città. In quest'orazione, che è il suo capolavoro, Demostene ribatte alle accuse con una sorta di autobiografia politica che è al tempo stesso un appassionato atto di fede verso la patria.
 
3. * '''Discorsi privati (XXVII-LIX)''': costituiscono il gruppo più nutrito del corpus demostenico (32 orazioni) e ci mostrano l'oratore calato nei conflitti interni dell'epoca più tormentata per Atene. Tra l'altro, le orazioni più antiche sono quelle '''Contro Afobo ed Onetore''' (XXVII-XXXI), suoi tutori, condotte nel processo del [[364 AC|364 a.C.]] per recuperare il proprio patrimonio.
 
Tra l'altro, alcune orazioni spurie ci illuminano su un oratore minore del partito demostenico, [[Apollodoro di Pasione]], di cui le orazioni (XLVI, XLIX-L, LII-LIII e forse la LIX) sono giunte in questo corpus perché gli antichi le ritenevano scritte da Demostene.
 
4. * '''Orazioni epidittiche (LX-LXI)''': su questo piccolo gruppo pesano forti sospetti di inautenticità, probabilmente nutriti anche dagli editori antichi, che posero i due discorsi al termine della raccolta. L''''Epitafio''' per i caduti della battaglia di Cheronea ([[338 AC|338 a.C.]]) sarebbe spurio, così come concordemente non demostenico è l''''Erotico''', che riprende la consueta tematica sull'amore e sarebbe stato composto in età successiva su imitazione di quello pseudo-lisiano contenuto nel Fedro platonico.
 
=== Opere minori e perdute===
Nel corpus, inoltre, sono pervenute anche opere non pienamente raggruppabili sotto l'etichetta di orazioni:
 
1. * '''Proemi assembleari''': Sono esordi di orazioni, in numero di 56, pervenute come esempi di introduzione ad una demegoria, su esempio di quelli lisiani. La stessa IV Filippica è composta unendo questi esordi (Canfora), veri e propri svolgimenti adatti a qualsiasi argomento che, come nota Canfora, questi "pezzi sparsi" documentano l'attività politica di Demostene, integrando le orazioni intere del gruppo assembleare.
 
2. * '''Lettere''': questa raccolta di 6 lettere è di dubbia autenticità, come del resto molti epistolari antichi. Sembra che siano autentiche solo le lettere I-IV, che concernono questioni legate al periodo dell'esilio di Demostene e sembrano proseguire l'apologetica che l'autore aveva espresso nella Corona: notevole, per ricostruire la politica demostenica posteriore a [[Cheronea]] - di cui non abbiamo testimonianza oratoria - la breve lettera VI, un biglietto che informa gli ateniesi dei progressi compiuti nel reclutamento di alleati durante la guerra lamiaca.
 
3. * '''Opere perdute'''. tra le orazioni perdute abbiamo i titoli di un'orazione Sui retori, di argomento epidittico, un discorso Contro Demade, contro il politico filomacedone e noto improvvisatore, un'orazione pronunciata Sul sacco di Tebe, dopo la conquista e la distruzione di Tebe da parte di Alessandro Magno nel [[335 AC|335 a.C.]], che aveva notevolmente impressionato ed infiacchito la resistenza alla [[Macedonia]].
 
Ci sono giunti anche 70 ''Apoftegmi'', detti celebri pervenuti in varie raccolte.