Imperatore romano: differenze tra le versioni
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Il principale strumento di potere a disposizione dell'Imperatore era costituito dalla sua guardia personale, detta [[guardia pretoriana]], a capo della quale era un funzionario chiamato ''[[Prefetto del Pretorio|Praefectus Praetorio]]'', appartenente all'[[Cavalieri (Equites)|ordine equestre]]. Questi era in pratica il funzionario posto a capo del [[pretorio]] dell'Imperatore, cioé del suo "luogo di comando". Data la sua particolare importanza e le capacità coercitive connesse alla disponibilità delle [[coorte|coorti pretoriane]], a questo funzionario vennero delegate dall'Imperatore già a partire dall'età giulio-claudia funzioni civili e soprattutto giudiziarie, per la maggior parte inerenti contese fra comunità in ambito italico. Nel tempo, poi, il prefetto del pretorio divenne in pratica il capo della [[cancelleria palatina]] sino a divenire, in età tardo-antica, vero e proprio funzionario civile. Con la riforma di Diocleziano, poi, i prefetti del pretorio vennero portati a quattro, uno per ciascuno dei quattro Imperatori.
===== Prefetto
Fondamentale per la stabiltà del potere imperiale era il controllo costante della città di Roma, [[capitale (città)|capitale]] dell'Impero e cuore dell'attività politica. A capo della città venne dunque posto un funzionario imperiale avente il titolo di ''[[Praefectus urbi|Praefectus Urbi]]'', incaricato di sovrintendere per l'appunto all'[[Urbe]], con compiti di [[polizia]], avvalendosi delle coorti di ''[[milites stationarii]]'' e progressivamente sostituendo nelle sue funzioni l'antico ''[[praetor urbanus]]''.
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