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=== Foreste pluviali ===
[[Immagine:Greenpeace-Campagna-Foreste-Italia-2006.jpg|thumb|Right|250px|Attivisti italiani nel 2006]]
L'associazione ambientalista si è sempre mossa verso la conservazione delle ultime foreste pluviali presenti sulla terra a favore di una gestione sostenibile delle stesse. Nel [[1995]] Greenpeace manifesta contro il taglio delle foreste presenti nel [[Clayquot Sound]] nella [[Columbia Britannica]] ed in seguito il governo [[Canada|canadese]] accetta la proposta di modificare i metodi di gestione forestale. Nello stesso anno Greenpeace registra una vittoria in [[Russia]] con l'inserimento della più grande foresta primaria europea nel patrimonio dell'umanità da parte dell'[[UNESCO]]. Nel [[2001]] Greenpeace denuncia il commercio illegale di [[mogano]] amazzonico che avviene in [[Brasile]], questa mossa costerà delle minacce di morte al responsabile di campagna brasiliano, ma anche divieto di taglio e commercializzazione del mogano da parte del governo brasiliano. Successivamente il legno di mogano entrò sotto la protezione della convenzione internazionale [[CITES]]. Sempre nello stesso anno una vasta area dell'amazzonia viene protetta in seguito alle manifestazioni di Greenpeace a favore delle popolazioni degli [[indios]] [[Deni (popolo)|Deni]]. In [[Italia]] dal [[2002]] avviene la produzione di fazzoletti su carta certificata [[FSC]] da parte di [[COOP]] che rende merito a Greenpeace. Dal [[2003]] viene proibita con un bando da parte del consiglio di sicurezza dell'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] l'esportazione di legname dalla [[Liberia]] perché alimenta i conflitti armati nella regione.
 
=== Riscaldamento globale ===
Da anni Greenpeace si è impegnata affinché venissero prese delle decisioni per risolvere il problema del [[riscaldamento globale]]. Dalla fine degli anni '80 l'[[Organizzazione delle Nazioni Unite|ONU]] con il comitato scientifico sui cambiamenti climatici ([[IPCC]]) monitora la situazione e, con il [[protocollo di Kyōto]], la comunità internazionale ha affrontato il problema.
Nel [[2001]] [[George Bush]], durante i [[Convenzione_quadro_delle_Nazioni_Unite_sui_cambiamenti_climatici#COP-6_.22bis.2C.22_Bonn.2C_Germania|colloqui di Bonn]] rende nota la decisione che gli [[USA]] non firmeranno il protocollo di Kyōto e Greenpeace attiva una campagna chiamata ''Stop [[Esso]]''. Con un rapporto<ref>[http://www.stopesso.com Campagna Stop Esso]</ref> Greenpeace cercò di dimostrare<ref>[http://www.disinformazione.it/stopesso.htm Sito Disinformazione.it]</ref> il coinvolgimento dell'[[American Petroleum Institute]] e della [[ExxonMobil]] nella [[lobby]] esercitata sulle decisioni prese dagli Stati Uniti d'America sul protocollo di Kyōto chiamando in causa il vicepresidente [[Dick Cheney]]. La multinazionale [[ExxonMobil]] fa causa a Greenpeace Francia per la modifica del logo "Esso" con la sostituzione delle due "S" con il simbolo del dollaro (E$$O). Il giudice multa Greenpeace per 5'000 [[Euro]] al giorno obbligandola a eliminare il logo dal sito web<ref>[http://www.greenpeace.org/international/photosvideos/photos/greenpeace-stopesso-campaign Logo censurato]</ref>. Nei successivi appelli Greenpeace riesce a ottenere l'assoluzione appellandosi alla libertà di espressione.
Con l'uscita nel [[2007]] del Fourth Assessment Report dell'[[IPCC]] avviene una convergenza di idee a livello mondiale e il problema viene preso sul serio e considerato reale.