Castell'Arquato: differenze tra le versioni

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Nel [[1324]] Castell’Arquato viene ceduta al comune di Piacenza, soggetta anch’essa al dominio della Chiesa, che governa sul borgo per dodici anni. Piacenza torna ai Visconti nel [[1336]] con [[Azzone Visconti]], che favorisce l’autonomia degli arquatesi da Piacenza, insediando un podestà di sua fiducia, Galvagno de’ Comini e facilitando la fortificazione di una zona così importante dal punto di vista strategico e militare. Muore a trentasette anni. A [[Luchino Visconti]], suo successore, si deve la costruzione della Rocca (dal [[1342]]), promossa dal comune di Piacenza.
 
Nel [[1403]] [[Gian Galeazzo Visconti]] investe [[Borromeo de’de' Borromei]] e la sua discendenza dei [[feudatario|poteri feudali]] su Castell’Arquato, con annesse rendite fiscali. Minacciati dalla potente famiglia fiorenzuolana degli [[Arcelli]], cedono i loro diritti agli arquatesi, che li rimettono a [[Filippo Maria Visconti]], duca di [[Milano]]. Dal [[1416]] al [[1470]] il borgo si chiamerà '''Castel Visconti'''.
 
Nel [[1438]] Filippo Maria Visconti offre il feudo al condottiero Niccolò Piccinino; sotto il suo governo vengono promulgati gli statuti comunali, gli ''Statuta et decreta Terrae Castri Arquati''. Da Niccolò il borgo passa ai figli Francesco e Jacopo. Il cupo periodo del dominio visconteo si chiude con la morte di Filippo Maria Visconti senza eredi. Su [[Milano]] si allunga la mano di suo genero [[Francesco I Sforza]], che viene proclamato dopo il [[1447]] anche signore di Piacenza e del contado.