Andrzej Frycz Modrzewski: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Utente 7 (discussione | contributi)
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: piping superfluo nei wikilink
Riga 22:
Nato a [[Wolbórz]], un piccolo paesino della [[Polonia]] centrale, vicino la città di [[Piotrków Trybunalski]], da un certo Jakub Modrzewski ([[1477]]-[[1529]]), di professione mercante, crebbe negli ambiti dell'alta [[borghesia]], al contrario di molti altri autori dell'epoca, come [[Filip Callimachus]] o [[Fabian Birkowski]], che venivano dalla [[nobiltà]]. Ottenne il titolo di ''advocatus'' di Wolbórz, dopo aver studiato a [[Università Jagellonica|Cracovia]]. Fu poi al servizio di un certo Jan Łaski ([[1456]]-[[1531]]), che era stato segretario del [[Casimiro IV di Polonia|Re Casimiro IV]] sino al [[7 giugno]] [[1492]], data della morte del sovrano, dal [[1508]] al [[1510]] [[vescovo coadiutore]] di [[Leopoli]] (che all'epoca faceva parte della [[Polonia]]) e infine [[arcivescovo]] di [[Gniezno]], città situata nel [[Voivodato della Grande Polonia]]. Lavorando per Łaski, si appassionò di [[Teologia]]. Lavorò poi per il figlio, Łaski detto ''il giovane''.
 
Visse per un po' di tempo in [[Germania]], dove approfondì le proprie conoscenze teologiche alla Martin-Luther-Universität Halle-[[Wittenberg|Wittenberg]] (che ovviamente all'epoca non si chiamava così) e dove conobbe [[Martin Lutero]], padre del [[Protestantesimo]], e altri illustri teologi. Pare che incontrò anche il grande [[Erasmo da Rotterdam]], forse il maggior teologo dell'epoca.
 
Tornato in [[Polonia]] nel [[1541]], divenne nel [[1547]] membro della corte del [[Sigismondo II Augusto di Polonia|Re Sigismondo II]], poi, nel [[1553]], tornò al paese natale. Tuttavia l'accoglienza non fu delle migliori, poiché la comunità era fortemente legata al [[Cattolicesimo]], mentre Modrzewski era vicino al [[Calvinismo]] e alle predicazioni di [[Giovanni Calvino]], che imprudentemente volle insegnare ai giovani. Fu accusato di [[eresia]], ma non poté esser condannato perché il Re stesso intervenne con una lettera chiedendo la sua salvezza. Si presuppone dunque che sia morto per cause naturali e non sul rogo come [[Giordano Bruno]] e tanti altri teologi e filosofi incompresi.