Fusione nucleare fredda: differenze tra le versioni
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Una consistente parte della comunità scientifica internazionale ha accolto con scetticismo e sfiducia i risultati sperimentali, risultati che spesso hanno suscitato grosse polemiche. Uno degli argomenti più citati dai detrattori sulla realtà delle caratteristiche nucleari del fenomeno della fusione fredda, è quello secondo cui in essa si producono un numero di particelle nucleari troppo basso per poter giustificare il calore prodotto. Inoltre esistono ancora moltissime controversie (principalmente di tipo teorico) sulla natura e sui meccanismi della fusione fredda.
A posteriori, Fleischmann e Pons riconobbero alcuni [[Errore di misurazione|errori nella misura]] dell'energia rilasciata dalla cella elettrolitica, e soprattutto nella misura del flusso di neutroni che sarebbero stati prodotti dalla reazione; tuttavia non smentirono mai di avere effettivamente misurato una contaminazione di [[elio]] negli elettrodi, adducendo questo fatto a prova di una eventuale presenza di una reazione di natura nucleare. Sulla natura nucleare di quest'energia, nel corso degli anni, furono effettuati vari test ed esperimenti, come ad esempio quello compiuto nel 2002, sotto la supervisione di [[Carlo Rubbia]], dai laboratori italiani dell'[[ENEA]] di [[Frascati]], vicino a Roma<ref>Antonella del Ninno, Antonio Frattolillo, Antonietta Rizzo<BR>''
Secondo alcuni studiosi, i molti risultati negativi ottenuti da vari laboratori nel tentativo di replicare il fenomeno, diedero fiato, specie negli [[Stati Uniti]], ad una reazione accademica piuttosto negativa, che in certi casi fu più simile ad un'azione di censura che non ad una legittima critica scientifica ai risultati sperimentali<ref>Roberto Germano, "Fusione fredda. Moderna storia d'inquisizione e d'alchimia", Bibliopolis, 2003. ISBN 8870884368.</ref><ref>Camillo Franchini. "''Che fine ha fatto la fusione fredda ?"''. [http://www.cicap.org Scienza & paranormale (Rivista del CICAP)], marzo-Aprile 2008, pp. 26-42<BR>L'articolo, a pag. 41, si conclude con questi paragrafi:<BR>"..''Insomma la strana vicenda della fusione fredda ha dimostrato che l'esistenza di un fenomeno non è un impedimento per continuare la ricerca. Finché saranno disponibili fondi, la ricerca continuerà. I finanziamenti saranno sempre trovati, perché i ricercatori sono poco incentivati a presentare risultati risultati scarsi o negativi, per non perdere i finanziamenti. La chiusura della ricerca sulla fusione nell'Università dello Utah non è servita per accelerare il declino asintotico della fusione fredda. La ricerca è semplicemente continuata da altre parti.''"</ref>.
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