Max Havelaar: differenze tra le versioni

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Il romanzo è composto da 4 parti (A, B, C e D).
 
Nella parte '''parte A''', la storia di Max Havelaar, un amministratore coloniale olandese, è raccontata da Batavus Doorstoppel, il prototipo di un gretto, avido uomo senza fantasia e pieno di sé. Droogstoppel incontra dopo molti anni un ex compagno di scuola, Sjaalman (un [[alter ego]] di Multatuli), che gli chiede di pubblicare un manoscritto. Doorstoppel affida il compito al praticante tedesco Ernest Stern.
 
La '''parte B''' è il racconto del manoscritto redatto da Stern. Il racconto segue a grandi linee le avventure professionali di Max Havelaar (come viene chiamato Multatuli) come assistente-residente nelle Indie Olandesi.
 
Questa parte è composta da più parti in cui Havelaar racconta le sue esperienze, in particolare a Sumatra. Havelaar racconta anche la parabola della pietra giapponese, originariamente di [[Wolter van Wolter van Hoëvell]] (1812-1879).
Il capitolo che apre il libro introduce il tono satirico che caratterizza il romanzo, con Droogstoppel che articola la sua pomposa e mercenaria visione del mondo. Alla fine del romanzo è Multatuli stesso a prendere la penna: il libro culmina in una denuncia aperta delle politiche coloniali olandesi e un appello al re d'Olanda di quel periodo perché intervenga e aiuti i suoi sudditi indonesiani.
 
Il capitolo che apre il libro introduce il tono satirico che caratterizza il romanzo, con Droogstoppel che articola la sua pomposa e mercenaria visione del mondo. Alla fine del romanzo è Multatuli stesso a prendere la penna: il libro culmina in una denuncia aperta delle politiche coloniali olandesi e un appello al re d'Olanda di quel periodo perché intervenga e aiuti i suoi sudditi indonesiani.
 
Dal romanzo è stato tratto un film (1976) del regista olandese Fons Rademakers, una coproduzione olandese-indonesiana. Il film è uscito in Indonesia solo nel 1987.