Stop down: differenze tra le versioni
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Per estensione, nei sistemi dotati di [[esposimetro]], la tecnica ''stop down'' implica che la misurazione della luce è effettuata con diaframma già posizionato al medesimo valore che avrà durante lo scatto, mentre la tecnica ''full aperture'' comporta che la lettura esposimetrica è effettuata mantenendo il diaframma completamente aperto; il valore impostato dal fotografo è trasmesso per via meccanica o elettrica all'esposimetro che puo' tenerne conto e fornire così il risultato corretto, questa tecnica è denominata "simulazione di diaframma".
La tecnica ''stop down'' ha il grosso svantaggio di diminuire la luminosità del mirino durante la composizione e di rendere più difficile la messa a fuoco manuale perché in queste condizioni la chiusura del diaframma aumenta la [[profondità di campo]] ed il corretto piano di messa a fuoco è identificabile con maggiore difficoltà. Anche i sistemi di messa a fuoco automatica sono progettati per lavorare a ''tutta apertura'' e comunque non funzionano se il diaframma è chiuso oltre un limite definito dipendente dalle specifiche di progetto (tipicamente f/5,6)
Per i motivi suddetti le macchine fotografiche moderne lavorano normalmente in ''full aperture'', in questo caso, su molti modelli è comunque possibile chiudere manualmente il diaframma al valore impostato per poter valutare la profondità di campo durante la composizione.
Il metodo ''stop down'' sopravvive in alcuni ambiti specifici ove per limitazioni tecniche o incompatibilità tra sistemi la simulazione di diaframma non è possibile, ad esempio negli obiettivi tilt and shift appartenenti a sistemi con simulazione ad accoppiamento meccanico, nell'impiego di tubi di prolunga e nell'utilizzo di anelli adattatori tra obiettivi e corpi di sistemi diversi.
====Bibliografia====
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