Proairesi: differenze tra le versioni

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Aristotele, infatti, definisce la ''proàiresis'' come
il ‘volontario preceduto da una deliberazione’ (''prebebouleuménonprobebouleuménon''), oppure ‘desiderio deliberato (''òrexis bouleutiké'') di cose in nostro potere’ (''tòn ef’emìn''), oppure ‘mente desiderativa’ (''noùs orektikòs'') oppure ‘desiderio intellettualizzato’ (''òrexis dianoetiké''), o ancora ‘scelta (''àiresis'') di qualcosa a preferenza di un’altra’. Ma parrebbe potersi intendere la ''proàiresis'' aristotelica anche come 'processo che porta al raggiungimento di un fine' oppure come 'il piano iniziale del processo che porta al raggiungimento di un fine'.
 
Inoltre, secondo Aristotele, l’uomo può agire tanto in accordo con la propria proairesi (''katà proàiresin'') quanto in contrasto con la propria proairesi (''parà proàiresin'') (1).