Conventio ad excludendum: differenze tra le versioni
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Tale periodo di "[[quarantena]]" si risolse, dopo le elezioni politiche del [[1975]], con il [[Governo Andreotti III|governo di solidarietà nazionale]], anche detto "governo della non-sfiducia", guidato da [[Giulio Andreotti]] e passato alla storia come "[[compromesso storico]]".
Commentando l'[[autobiografia]] di [[Giorgio Napolitano]], la giornalista [[Barbara Spinelli]] sostiene che la "conventio ad excludendum" sarebbe stata, in buona parte, una "conventio ad auto-excludendum", in quanto sarebbe stato il P.C.I. a non voler scegliere una strada [[Riformismo|riformista]] e a non volersi separare dall'[[Unione Sovietica]].<ref>''[http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/grubrica.asp?ID_blog=40&ID_articolo=23&ID_sezione=55&sezione= La questione comunista]'', articolo di [[Barbara Spinelli]] su [[La Stampa]].it del [[14
Un altro tipo di ''conventio ad excludendum'', di segno opposto, nella politica nazionale italiana fu quello che escluse per decenni il [[Movimento Sociale Italiano-Destra Nazionale|M.S.I.]] non solo dall'accesso al governo, ma spesso anche da qualunque tipo di collaborazione o dialogo con le altre forze politiche, a causa del legame troppo stretto tra questo partito e il disciolto [[Partito Nazionale Fascista|Partito Fascista]]. In questo caso, il tacito accordo di esclusione era formalizzato dall'espressione [[arco costituzionale]], che includeva tutte le forze (P.C.I. compreso) che avevano partecipato alla [[Resistenza italiana|Resistenza]] [[antifascismo|antifascista]] ed alla stesura della [[Costituzione]], e teneva fuori i [[neofascismo|neofascisti]].
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==Note==
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