Cristoforo Colombo: differenze tra le versioni

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parlare di "naturalizzazione" nel 15° secolo non ha senso
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Per tornare alla sua nascita, sulla base dei due documenti rinvenuti da Staglieno e Assereto, essa deve collocarsi tra quel 26 agosto e quel 31 ottobre 1451, ovvero proprio nel periodo in cui - sulla base di un documento in data Genova 16 aprile 1451, conservato nell'Archivio di Stato genovese-Archivio Segreto,«Manuali Decretorum»,n.1,n.gen.734,c.418 T- il padre Domenico e la madre Susanna Fontanarossa già abitavano in una casa in vico Diritto dell'Olivella. In essa egli rimase per circa quattro anni. Lo si evince da un ulteriore documento del 18 gennaio 1455 (conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana - God. 9452, parte II, carta 219 T., «Estratto dal libro degli lnstrumenti del fu Giovanni Recco Notaio, c. 391»), nel quale si legge che immediatamente dopo tale data Domenico Colombo doveva trasferirsi con la propria famiglia in una nuova casa con giardino nel vico Diritto di Ponticello, fuori della porta di S. Andrea, dove a pianterreno aprì la sua bottega di tessitore (''textor pannorum'') nella quale visse il giovanissimo Cristoforo, non ancora quattrenne. Ovvero nella «casa di Colombo» di cui a tutt'oggi sono conservate le vestigia in quello che continua a essere chiamato vico Diritto di Ponticello, da cui si allontanò nel 1470 quando i genitori si trasferirono a Savona (si veda, in proposito, il sito http://www.somosprimos.com/sp2006/spoct06/spoct06.htm ).
 
Da recenti studi<ref>''Libro de las profecías'' (in ''Nuova raccolta colombiana'', vol. III, tomo I, Comitato Nazionale per le celebrazioni del V Centenario della scoperta dell'America, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1993; il volume è stato anche tradotto da William Melczer ed edito in Palermo, Novecento Editore, 1992)</ref>, anch'essi pubblicati dal Comitato Nazionale per le celebrazioni del V Centenario della scoperta dell'America, si evince infine che la famiglia di Cristoforo era verosimilmente di origine spagnola, appartenente a un ceppo ebraico di ebrei conversi (o, come allora si diceva in [[Spagna]], di "Marranos"): e che suo nonno Giovanni venne probabilmente dalla [[Spagna]] in [[Genova]] all'alba del [[XV secolo]], per sfuggire alle persecuzioni cui anche i conversi venivano sottoposti.
Tale ipotesi non é peraltro cosa nuova, in quanto già formulata nel 1940 da [[Salvador de Madariaga]].
Lo dimostra, negli Archivi ecclesiali e in quelli di Stato consultati da attentissimi studiosi negli ultimi due secoli, la mancata presenza di qualsiasi documento su altri avi di Cristoforo: gli unici documenti sono infatti relativi a suo padre Domenico e a suo nonno Giovanni.
 
[[File:firma-colon.JPG|thumb|right|250px|A sinistra la firma di Colombo prima del 1492, a destra la firma da "Ammiraglio" al servizio della Corona di Castiglia.]]
In proposito, sono stati del resto attentamente studiati nell'ultimo trentennio ulteriori due aspetti: sia la profonda conoscenza della lingua spagnola da parte di Cristoforo, anche in date anteriori alla sua residenza in [[Spagna]], sia la sua altrettanto profonda familiarità con le tradizioni ebraiche, inclusa la [[cabala]]. Tale familiarità emerge dall'unico volume completamente suo a noi giunto senza manipolazioni (dato che l'altro, il ''Diario di bordo'', venne abbondantemente interpolato dal figlio Fernando). Si tratta del ''Libro de las profecías'' (in ''Nuova raccolta colombiana'', vol. III, tomo I, Comitato Nazionale per le celebrazioni del V Centenario della scoperta dell'America, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1993; il volume è stato anche tradotto da William Melczer ed edito in Palermo, Novecento Editore, 1992).
 
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