Il nipote di Rameau: differenze tra le versioni

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'''''Il nipote di Rameau o La satira seconda''''') è un dialogo satirico scritto da [[Denis Diderot]] nel quale vengono discusse questioni di [[etica]] ed [[estetica]]. L'autore vi lavorò tra il [[1762]] e il [[1773]], ma l’opera fu pubblicata soltanto postuma.
 
==Personaggi==
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Alcune delle tematiche discusse nel corso del dialogo:
-* Se esista la virtù, e se essa conduca alla felicità;
-* Che tipo di educazione bisogna impartire ai propri figli? Bisogna insegnare loro la rettitudine, o piuttosto metterli in condizione di conquistare il benessere, la ricchezza, il prestigio, nella società in cui vivono?
-* Esiste un’eccellenza nel male, nell’adulazione, nella malvagità? Da ricordare a questo proposito la vicenda, raccontata da Rameau, del rinnegato di [[Lisbona]], che tradì il proprio benefattore denunciandolo all’[[Inquisizione]] e si impadronì dei suoi beni; può esistere un’[[estetica]] del male <ref> «''Je ne savais, moi, si je devais rester ou fuir, rire ou m’indigner. Je restai, dans le dessein de tourner la conversation sur quelque sujet qui chassât de mon âme l’horreur dont elle était remplie. Je commencais à supporter avec peine la présence d’un homme qui discutait une action horrible, un exécrable forfait, comme un connaisseur en peinture ou en poésie, esamine les beautés d’un ouvrage de goût; ou comme un moraliste ou un historien relève et fait éclater les circonstances d’une action heroïque. Je devins sombre, malgré moi.''».
D.Diderot, idem, pp.128-129.
 
[«Non sapevo più se fosse meglio restare, andarmene, oppure indignarmi. Rimasi, con l’intenzione di spostare la conversazione su un qualche soggetto che scacciasse dal mio animo l’orrore del quale si era riempito. Cominciavo a sopportare con gran pena la presenza di un uomo che discuteva un’azione orribile, un’abominevole misfatto, proprio come un esperto di pittura o di poesia esamina le qualità di un’opera del gusto, o un moralista o uno storico mettono in risalto le circostanze di un’azione eroica. Mio malgrado, mi feci cupo.»]
</ref>?
-* La disgiunzione tra sensibilità estetica e sentimento morale;
-* In che misura gli uomini sono effettivamente liberi? In che misura, invece, essi sono il prodotto del proprio carattere naturale e dell’ambiente in cui crescono ([[determinismo]])?
-* La centralità del [[genio]] nella creazione artistica;
-* La [[querelle des Bouffons]]: confronto tra la tradizione musicale francese e la nuova musica italiana;
-* L’origine della [[musica]] dall’imitazione dei rumori naturali e delle passione umane ([[mimesi]]);
-* Alcuni principi di [[estetica]] musicale: la [[declamazione]], il [[canto]], la [[misura]], l’[[accento (musica)|accento]], …;
-* Se esistano delle eccezioni ([[idiotismi]]) alla [[morale]] universale;
-* Se il [[filosofo]] sia uguale o diverso rispetto ai suoi concittadini <ref> In effetti, MOI descrive i francesi, e in part., la gente di Parigi, come « ''(…) un peuple sans moeurs, perdu de débauche et de luxe (…)'' ».
D.Diderot, idem, pp.147-148.
</ref>;
-* L’arte della [[pantomima]];
-* La vita sociale come una commedia, nella quale ciascuno assume una posa secondo il bisogno del momento <ref> «''(MOI) Quiconque a besoin d’un autre, est indigent et prend une position. Le roi prend une position devant sa maîtresse et devant Dieu; il fait son pas de pantomime. Le ministre fait le pas de courtisan, de flatteur, de valet ou de gueux devant son roi. La foule des ambitieux dansent vos positions, en cent manières plus vile les unes que les autres, devant le ministre. L’abbé de condition en rabat, et en manteau long, au moins une fois la semaine, devant le dépositaire de la feuille des benefices. Ma foi, ce que vous appelez la pantomime des gueux, est le gran branle de la terre''».
D.Diderot, idem, p.165.