Giorgio Baffo: differenze tra le versioni

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Nato da Zan Andrea (Gian Andrea) e Chiara Querini, apparteneva alla [[Baffo (famiglia)|rilevante casata Baffo]] ascritta al [[patriziato veneziano|patriziato]], della quale era l'ultimo erede maschio. <br/>La residenza dei Baffo cambiò più volte nel corso della vita di Giorgio, tuttavia per quarant'anni la famiglia abitò in [[Campo Santo Stefano]], finché, dopo la tarda morte di Zan Andrea nel [[1759]], Zorzi si spostò poco distante, a [[Palazzo Bellavite]], che si affaccia su [[Campo San Maurizio]]: sulla facciata di quest'ultima Ca' Baffo, dove il poeta visse gli ultimi nove anni di vita, è stata affissa nel XX secolo una targa che, con parole di [[Apollinaire]], ricorda la presenza del poeta. <br/>Non si conosce il luogo e l'enitità della sua formazione culturale scolastica. Le informazioni successive sono del [[1914]], quando, all'età di vent'anni, entra prematuramente a far parte del [[Maggior Consiglio]], per estrazione della ''[[balla d'oro]]''.
 
===Carriera politica e matrimonio===
===Gli anni della carriera politica===
 
In vita, in quanto patrizio, Baffo ricoprì anche vari incarichi politici e fu membro della [[Quarantia Criminale]].
Per elezione del Maggior Consiglio, tre anni dopo l'estrazione della ''balla d'oro'', è [[castellano]] di [[Peschiera]] ([[provincia di Verona|Verona]]), per poi, nel [[1718]] essere rieletto per la castellania di Asola ([[Provincia di Brescia|Brescia]]). Questi due incarichi fuori Venezia, per un totale di trenta mesi, costituiscono gli unici punti della sua carriera politica in [[Domini di Terraferma|Terraferma]].<br/>Nel [[1720]] è nuovamente a Venezia, dove per lunghi anni è uno dei magistrati urbani sotto Quaranta, alle dipendenze dei [[Quarantia|Quaranta]].<br/>Nel [[1732]], con ritardo rispetto alla media, Baffo entra a far parte delle Quarantie, con un incarico alla [[Quarantia Criminale]]: la sua carriera in tale Quarantia durerà fino alla morte, seppure con poche soddisfazioni, dovute a risultati elettorali poco positivi e all'appartenenza della famiglia Baffo al patriziato medio-basso.<br/>
Nell'ottobre del [[1737]] Giorgio Baffo sposa la clavicembalista Cecilia Sagredo, più giovane di 17 anni: tale ragione probabilmente non incontrò l'assenso della famiglia, specie del padre Zan Antonio, il che spiegherebbe le circostanze non convenzionali in cui si svolse la cerimonia (fuori parrocchia, a San Provolo, e con testimoni di dubbia estrazione sociale); tuttavia la famiglia, priva di discendenti, auspicava a un'unione matrimoniale dell'unico figlio maschio (esisteva un secondogenito, che morì prematuramente). Le aspettative in tal senso furono deluse: la coppia diede alla luce solo una figlia, conducendo così a estinzione i Baffo, che dopo secoli di dinastia ebbero in Zorzi Alvise l'ultimo illustre esponente.
 
===Gli ultimi anni===