Girifai: differenze tra le versioni

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Il primo atto della Repubblica di Pisa utile a ridimensionare la franca di Jirifai fu di precludere il collegamento diretto con il Golfo di Orosei controllandone l'accesso al locale porto (Portu Nonu) e nel 1160 obbligò il Giudice di Gallura a revocare la cessione ai cistercensi di Thorpeia S'Armulanza e Miridai che passò sotto lo stretto controllo dei pisani per il tramite dell'Opera di Santa Maria di Pisa.
Successivamente le truppe pisane nel XIII secolo finirono con l'occupare militarmente le terre di queste abbazie svotandole del loro potere politico. La franca perse la sua autonomia politica. I beni fondiari di Jirifai vennero comunque riconosciuti da Pisa come proprietà inalienabili della Chiesa ed in particolare del Vescovo di Galtellì che grazie a queste estese proprietà ebbe il titolo di Barone. Non per niente Pisa aveva creato il Vescovado di Galtellì suffraganeo di Pisa per ragioni di mero controllo politico sulla Chiesa locale. Analogamente con il Giudicato dell'Arborea i dominatori che dovevano succedere ai pisani e cioè gli aragonesi negarono all'Arborea l'indipendenza ma riconobbero per la Famiglia Alagon erede della antica casa regnante dei Bas Serra il titolo di Marchese.
NelNella seconda metà del 1200 il Monastero di San Giovanni "Su Lillu" (in questo caso la scrittura medioevale è stata interpretata come "Offilo"), seppur sotto stretto controllo politico pisano, è segnalato come sede di unaPrecettoria precettoria templareTemplare. Questo significa che erano presenti per tutto il 1200 i cistercensi, i monaci, affiancati dalla forza militare, gli ordini ospedalieri. Il suo porto di questo monastero, quello di San Giovanni Portu Nonu, viene citato nei versamenti delle collettorie pontificie del 1340. In questo periodo questi i beni templari, anche quelli di JiirfaiJirifai, erano già passati all'Ordine di Malta o Ospedalieri di San Giovanni.
L'area ecclesiale, descritta nell’atto costitutivo del salto di Jirifai, risultava ancora presente in parte nel XVI Secolo quanto fu nuovamente perimetrata dalla Chiesa una parte del Salto di Jurifai, appartenete al Vescovado di galtellì, fusosi con Cagliari, chiamata “Biriddo” e poi successivamente quando queste aree ecclesiali furono cedute nel XVII Secolo ai gesuiti. Con l'abbrogazione di quest'ordine nel XVIII Secolo alcune aree apparteneti a questi beni fondiari ecclesiali furono messi all'asta, altre aree finirono comunque per essere trasformate nel 1800 in ademprivi che ancora oggi sono presenti come aree pubbliche gravate da uso civico e cioè le Paludi di "Biriddo", "Dorrisolo", "Mannolitto", "Porcarzos", il "Monte Ortobene" ecc. e altre come aree sempre pubbliche ma senza uso civico "Isalle-Orrule", "Prunetta" ecc.