Roberto Saviano: differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 40:
== Il romanzo-saggio ==
{{quote|Annalisa Durante, uccisa a Forcella il 27 marzo 2004 dal fuoco incrociato, a quattordici anni. Quattordici anni. Quattordici anni. Ripeterselo è come passarsi una spugna d'acqua gelata lungo la schiena|Roberto Saviano che commenta la morte di una giovane ragazza}}
{{quote|Il tacere in queste terre non è la banale omertà silenziosa che si rappresenta di coppole e sguardo abbassato. Ha molto più a che fare col " non mi riguarda". La parola diviene un urlo. Controllato e lanciato acuto e alto contro un vetro blindato: con la volontà di farlo esplodere.|Roberto Saviano}}
La struttura del saggio romanzato (o del romanzo-saggio o romanzo-inchiesta o romanzo-verità), per la precisione, fu già utilizzata nella narrativa di denuncia dell'[[Ottocento]]. Per fare un esempio in ambito partenopeo, fu sperimentata con notevole successo nel romanzo d'appendice da [[Francesco Mastriani]], prolifico raccontatore [[Napoli|napoletano]] del cosiddetto basso [[romanticismo]]. Il successo crescente e un rapporto sempre più diretto con la folla dei lettori lo indussero a utilizzare, con l'uscita di scena dei [[Borbone]] e della [[censura]], la narrazione più oggettiva e cronachistica tratta dagli ambienti più sordidi e [[Malavita|malavitosi]] (le ''classi pericolose'').
In particolare Mastriani trattò con metodologia e articolate classificazioni la società criminale del suo tempo e i mali di [[Napoli]] e del [[meridione]], sfociati nella [[questione meridionale]]. Quelli che lo scrittore definì ''studi'' in quel filone narrativo allora in voga con i romanzi d'Oltralpe e d'Oltremanica sulle metropoli europee. Romanzi diventati best seller per morbosa curiosità o per la cronica sete di verità dei lettori. Ne ''I Vermi'' sociali, Mastriani esamina, tra l'altro, ''La Camorra elegante'', ''I Vagabondi'' e ''I Lavori forzati''.<ref> Mastriani - ''I misteri di Napoli'' scelti e annotati da Giuliano Innamorati, Edizioni per il Club del Libro, Novara, 1972</ref>. Come poi notò [[Benedetto Croce]], fu il narratore più letto dal suo popolo al di fuori della «gente letterata».<ref> B. Croce, ''La vita letteraria a Napoli dal 1860 al 1900'' in ''La letteratura della nuova Italia'', Laterza, Bari, 1915, p. 284-287</ref>.
|