Po di Adria: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m fix: Braccesi è l'autore, non il curatore; fix visiva
ampliato
Riga 5:
 
Secondo alcuni storici questo ramo si estinse intorno al [[I secolo a.C.]], secondo altri storici potrebbe essere sopravvissuto col nome di fossa [[Filistina]] fino all'[[XI secolo|XI]]-[[XII secolo]].
 
== Geografia ==
Dallo studio dei [[Paleoalveo|paleoalvei]] nell'attuale [[Polesine]] si è giunti a identificare il percorso del Po di Adria: il [[Po]] proseguiva verso est tra [[Castelnovo Bariano]] e [[Castelmassa]], in seguito attraversava gli attuali centri di [[Ceneselli]], [[Sariano]], [[Trecenta]], [[Bagnolo di Po]], [[Castelguglielmo]], [[San Bellino (Italia)|San Bellino]], [[Fratta Polesine]], [[Gognano]], [[Arquà Polesine]], [[Cornè]], [[Grignano Polesine]], [[Borsea]], [[Sant'Apollinare]], [[Ceregnano]], [[Lama Polesine]], [[Pezzoli (Ceregnano)|Pezzoli]], Mezzana, [[Baricetta|Cicese]] e infine coincideva con il [[Tartaro-Canalbianco-Po di Levante|Canalbianco]] nel tratto che anche oggi attraversa [[Adria]] (ossia prima della recente rettifica), fino al mare [[Adriatico]], che era distante pochi chilometri.<ref name="zerbinati">{{Cita|Enrico Zerbinati, ''Demografia protostorica, bonifica e colonizzazione in età etrusca e romana'' in ''La bonifica tra Canal Bianco e Po''|pp. 25-56|minelliana}} e mappe a p. 20 e 22.</ref>
 
All'altezza di Grignano Polesine si diramava verso nord-est un ramo secondario che si dirigeva verso la [[Laguna di Chioggia]]: si trattava probabilmente della [[Filistina]]; un ramo del Tartaro, probabilmente quello principale, era [[affluente]] del Po di Adria presso [[Castelguglielmo]].<ref name="zerbinati" />
 
== Storia ==
Tra il [[XII secolo a.C.|XII]] e il [[IX secolo a.C.]], all'altezza dell'odierna [[Guastalla]], il [[Po]] si divideva in due rami principali: il Po di Adria era quello settentrionale e aveva una portata maggiore rispetto a quello meridionale, il Po di [[Spina (città)|Spina]]; l'alveoalla foce del Po di Adria corrispondeva grossomodo, da [[Sermide]] in poi, all'attuale sistema [[Fissero]]-[[Tartaro-Canalbianco-Po di Levante|Tartaro-Canalbianco]] e alla sua foce nacquero i primi insediamenti greci e [[veneti]]ci di Adria (si deve tener presente che all'epoca la linea di costa era molto più arretrata rispetto ad oggi). Lungo questa naturale [[Idrovia|via navigabile]], che risalendo il [[Mincio]] arrivava fino al [[lago di Garda]], sorse anche l'insediamento oggi chiamatodi [[Frattesina]], presso [[Fratta Polesine]].,<ref>{{Cita|Casazza|p.50|casazza}}</ref>
e diversi siti individuati presso [[Villamarzana]] e [[Arquà Polesine]]. Dai reperti trovati si presuppone che questa civiltà, anteriore ai [[Veneti]] e distinta da quella [[Civiltà villanoviana|Villanoviana]], avesse contatti con gli [[Etruschi]], la zona del [[Baltico]] e l'[[Antica Grecia]], compresa l'[[Magna Grecia|Italia meridionale]].<ref name="zerbinati" />
 
Tra il IX e l'[[VIII secolo a.C.]] si verificò la "[[rotta di Sermide]]" che ebbe importanti conseguenze nell'[[idrografia]] della bassa [[pianura Padana]]: la separazione dei due rami principali del Po si spostò più a valle, all'altezza di Sermide, ma soprattutto il maggiore dei due divenne il Po di Spina, spostando quindi gli interessi commerciali più a sud; il Po di Adria continuava ad esistere, grazie agli apporti del Mincio e del Tartaro.<ref>{{Cita|Peretto|pp.87-96|peretto}}</ref>
Anche per questo, oltre all'affermarsi dei Veneti, tramontò la civiltà di Frattesina.<ref name="zerbinati" />
Fu in questa situazione che fiorirono, nel [[VI secolo a.C.]], i [[Porto|porti]] [[etruschi]] di Adria e Spina alle rispettive foci di questi rami del delta. Gli Etruschi si occuparono anche della [[bonifica idraulica]] del territorio delle [[paludi Adriane]]:<ref name="bonomi" />
scavarono la [[Canale artificiale|fossa]] [[Messanica]], che corrisponde all'odierno [[Po di Primaro]], per scolmare il Po di Spina; scavarono la fossa [[Filistina]], deviando il Tartaro verso nord-est e facendolo sfociare presso l'odierna [[Pellestrina]]; scavarono anche i Fossoni, una rete di canali paralleli alla linea di costa, che mettevano in collegamento i porti senza passare per il mare aperto.<ref name="braccesi">{{Cita|Braccesi|pp.52-53|braccesi}}</ref>
Riga 17 ⟶ 24:
I Greci si occuparono della manutenzione delle opere idrauliche etrusche, arrivando addirittura a imporre gli [[Idronimo|idronimi]] greci (vedi Filistina da [[Filisto di Siracusa|Filisto]] e Messanica da [[Messina]]).<ref name="braccesi" />
 
Dopo i Greci arrivarono i [[Celti]] e infine i [[Impero Romano|Romani]]; in questo periodo lle bonifiche etrusche cominciarono a rivelarsi insufficienti, in particolare a seguito dello sfruttamento più intensivo operato dai Romani che trasformarono molti [[Bosco|boschi]] e [[Palude|paludi]] in [[Campagna|terre coltivabili]].<ref name="zerbinati" />
L'idrografia subì un altro duro colpo: [[Gaio Plinio Secondo|Plinio il Vecchio]]<ref>''[[Naturalis historia]]'', III</ref> non cita più il Po di Adria; l'[[Adige]] aveva subito una rotta ed era confluito nella Filistina e in altri due canali, chiamati il [[Fossone]] e la Carbonaria, riducendone notevolmente la capacità di scolo.<ref name="braccesi" />
Nonostante sia stata notata la presenza del toponimo Carbonara presso Adria, gli storici sono concordi nel ritenere che la Carbonaria scorresse dov'è ora il [[Po di Goro]], quindi più a sud,<ref name="uggeri">{{Cita|Uggeri|pp.45-46|uggeri}}</ref>
mentre la Filistina, come abbiamo già visto, scorreva più a nord; Adria era nuovamente circondata da paludi. Il porto di Adria continuava però a funzionare, grazie ai Fossoni e agli altri canali che i Romani continuavano a mantenere.<ref name="braccesi" />
Dato che Plinio per la sua ''Naturalis historia'' si era presumibilmente riferito a un'opera precedente, si può sostenere che il Po di Adria si estinse entro il [[I secolo a.C.]].<ref name="uggeri" />
 
Alcuni storici pensano che la fossa Filistina di Plino, che era il ramo più settentrionale del delta del Po, sia in realtà da identificare col Po di Adria; in questo caso in epoca romana si sarebbe estinto solamente l'idronimo, ma il ramo avrebbe continuato ad esistere, nonostante l'importanza e la portata fossero molto più limitate rispetto ai secoli precedenti. La sopravvivenza di questo ramo sarebbe stata garantita dalle acque del Tartaro, anche se la Filistina rimase comunque connessa idraulicamente al Po presumibilmente fino all'[[XI secolo|XI]]-[[XII secolo]].<ref>{{Cita libro|autorename=G.B."zerbinati" Castiglioni|capitolo=Il ramo più settentrionale del Po nell'antichità|titolo=Atti e memorie dell'Accademia Patavina di Scienze, Lettere ed Arti|altri=XC|data=1977-1978|pagine=pp. 157-164}} e {{Cita libro|autore=R. Peretto|coautori=E. Zerbinati|capitolo=Il territorio polesano|titolo=Il Veneto nell'età romana|altri=II|città=Verona|data=&#32;1987|pagine=p. 271}}</ref>
 
== Note ==
Riga 36 ⟶ 44:
* {{Cita libro|titolo=Hellenikòs kolpos: supplemento a Grecità adriatica|autore=Lorenzo Braccesi|editore=L'ERMA di BRETSCHNEIDER|anno=2001|id=ISBN 8882651533, 9788882651534|cid=braccesi}}
* {{Cita libro|titolo=I greci in Adriatico|curatore=Lorenzo Braccesi, Mario Luni|editore=L'ERMA di BRETSCHNEIDER|anno=2004|id=ISBN 8882652661, 9788882652661|nome=Maurizio|cognome=Harari|capitolo=Note di aggornamento sugli scavi delle Università di Pavia e di Ferrara nell'entroterra di Adria|cid=harari}}
* {{Cita libro|autore=AA.VV.|titolo=La bonifica tra Canal Bianco e Po: vicende del comprensorio padano polesano|altri=Volume 15 di Rapporti Polesine e cultura padana|curatore=Consorzio di bonifica padana polesana|editore=Minelliana|città=Rovigo|anno=2002|cid=minelliana}}
 
== Voci correlate ==