Eduino Francini: differenze tra le versioni

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==L'eccidio di Villa Santinelli==
Compiuta una serie di brillanti operazioni, la formazione fu protagonista della fase iniziale del movimento insurrezionale di Sansepolcro ([[19 marzo]] [[1944]]), di cui Francini fu uno dei capi. Subito dopo gli scontri che avrebbero portato alla liberazione della cittadina toscana<ref>Gli eventi che hanno preceduto la Liberazione di Sansepolcro ([[31 agosto]] [[1944]]) sono narrati in {{cita libro | cognome=Ugolini | nome=Giovanni | titolo=È passata la rovina a San Sepolcro. Cronaca cittadina dall'8 settembre 1943 al 3 settembre 1944 | editore=Grafiche Borgo | città=Sansepolcro | anno=2001 | edizione=Riproduzione anastatica a cura del [[Museo della Resistenza di Sansepolcro|Museo e biblioteca della Resistenza di Sansepolcro]] della edizione del 1945}}</ref>, Eduino Francini partì alla testa di un manipolo con l'obiettivo di rafforzare una squadra partigiana operante nello [[Spoleto|Spoletino]]<ref name=vita/>.
 
Il gruppo però fu assediato da preponderanti forze [[nazifascismo|nazifasciste]]<ref>Ai [[Repubblica di Salò|Repubblichini]] che avevano inizialmente circondato il casolare, si unirono su richiesta del [[Prefetto]] di [[Perugia]] rinforzi tedeschi con sette autoblindo e numerosi soldati della ''Panzer-Aufklärungs-Abteilung 103'' affiancati da reparti di paracadutisti. Cfr. {{cita pubblicazione
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| accesso = 25-08-2009
| cid =
}}</ref> a Villa Santinelli, nel territorio comunale di [[Città di Castello]], riuscendo a resistere per oltre 18 ore. A quel punto, esaurite le munizioni, i partigiani furono costretti ad arrendersi. Dopo aver rifiutato, nonostante le torture, di rivelare informazioni al nemico, Francini ed altri otto partigiani<ref>Giustino Bianchini, Alvaro Cheli, Giuseppe Magnani, Mario Mordaci, Donato Sbragi, Spartaco Forconi, Corrado Luttini e Giuseppe Gobbi. Lino Mercati ''(Seme)'', catturato, riuscì a sfuggire all'esecuzione nascondendosi in un tino (Cfr. Bertocci, ''cit.'').</ref> furono fucilati a colpi di mitra.<ref name=cdf>{{cita pubblicazione
| quotes =
| autore = Catia Del Furia
| coautori =
| data =
| anno = 2003
| mese = marzo
| titolo = La lapide di Villa Santinelli
| rivista = L'Altrapagina
| volume =
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| pagine =
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| lingua =
| accesso = 25-08-2009
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}}
</ref>.
 
I cadaveri, inizialmente gettati in una fossa comune<ref name=cdf/>, sono stati traslati nel cimitero di Sansepolcro nell'aprile [[1945]]<ref name=vita/>.
 
==Onorificenze==
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==Note==
<references/>
 
==Bibliografia==
 
==Voci correlate==