Il conte di Montecristo: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 228:
 
Albert si precipita a [[Parigi]] a casa di Beauchamp, e l'amico gli narra gli ultimi avvenimenti: il dossier su Morcerf era stato portato alla redazione di un importante giornale da un uomo venuto da Giannina, il quale aveva fatto intendere di essere pronto a rivolgersi ad un'altra testata in caso di rifiuto di pubblicazione. La notizia si era sparsa velocemente, arrivando alla Camera dei pari dove, in presenza del conte Morcerf, era stato chiesto ed ottenuto un [[processo]] per stabilire la verità. Il racconto di Beauchamp prosegue: la sera stessa il processo ha inizio e Fernand tesse un'[[apologia]] che, grazie alla sua parlantina, riesce a convincere molti membri della commissione, già ben disposti in suo favore. Quando ormai la situazione sembra volgere al meglio per Morcerf, una lettera che annuncia una testimonianza diretta dei fatti viene posta all'attenzione del presidente della commissione. La commissione decide di ascoltare la testimonianza. Haydée, con sgomento di Morcerf, si presenta alla commissione, portando prove inconfutabili della sua identità [[regale]]. Inizia poi a raccontare la sua storia, partendo dal tradimento di Fernand, l'uccisione del padre, la sua vendita e quella di sua madre come schiave, fino al momento in cui venne comprata dal Conte di Montecristo al mercato degli [[schiavismo|schiavi]] di [[Costantinopoli]]. Nonostante Fernand si rifiuti di riconoscere Haydée, lei accusa davanti alla commissione il conte de Morcerf, [[reo]] di [[assassinio]], tradimento e menzogna. Messo alle strette, Mondego si rifiuta di rispondere e scappa via dalla sala come un pazzo. Viene emessa dunque la sentenza:
{{quote|"Signori" disse il presidente, quando il silenzio fu ristabilito, "il conte Morcerf è convintocolpevole di fellonia, di [[tradimento]], d'indegnità?"
 
"Si!" risposero a voce unanime tutti i membri della commissione processante.}}