Lequile: differenze tra le versioni
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'''Lequile''' è un comune di 7.851 abitanti della [[provincia di Lecce]].
== Storia ==
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Le origini cittadine sono fatte risalire per tradizione all’epoca romana, quando si stabilì nella zona il centurione "Leculo", il quale eresse una villa da cui sorse poi un villaggio. Studi più attendibili tendono invece a fare risalire le origini del Comune ad un insediamento di centurioni romani: dal simbolo dei legionari sarebbe derivato il nome del paese, a seguito della caduta della vocale "a" (da "Le aquile" a "Lequile").
Il centro fece parte, dal secolo XI sino al 1463, della Contea di Lecce e del Principato di Taranto. Nel 1291 ne fu signore Ugo di Brienne; nei secoli XIV e XV appartenne ai Bonomine, ai de Marco, ai Sambiase, ai Santabarbara e ai Marescallo. Nel 1433 Maria d’Enghien, contessa di Lecce, principessa di Taranto e regina di Napoli, la concesse in feudo al barone Guarino di San Cesario, alla cui famiglia appartenne fino al 1531. Successivamente dal Doria, divenutone signore nel 1554, venne ceduto al Pansa; da questi alla nipote della famiglia dell’Anna, e quindi al Graffoglietti, ai Venato, agli Imparato, ed infine ai principi Saluzzo che ne serbarono il possesso dal 1690 al 1806, data di abolizione della feudalità.
== Momumenti ==
La cittadina di Lequile si estende lungo la vecchia via provinciale per Gallipoli. Vasto il territorio extraurbano, con la presenza di numerose masserie, oggi prevalentemente disabitate, tra cui si segnala la masseria ''Tramacere'', nei pressi dell'aereoporto militare della confinante Galatina, aerodromo le cui piste sono sistuate nel territorio comunale.
Fulcro della vita sociale è la centrale '''Piazza San Vito''',
La cittadina annovera numerose testimonianze architettoniche del barocco leccese, tra le quali spiccano il '''convento dei Francescani''', tipico convento della riforma francescana costruito tra il 1613 e il 1619 ed adorno di pitture seicentesche
Riveste notevole interesse storico-artistico, in quanto importante testimonianza di architettura sacra del XVIII sec. Fu costruita sull'area di una precedente Chiesa (con l'aggiunta nei 1834 della navata trasversale e dell'abside), su disegni del 1723 di Mauro Manieri; fu terminata nel 1746 come afferma una larga iscrizione sulla facciata.
Il fastoso e frequentato '''Santuario di Santa Maria della Consolazione'''.
La '''Chiesa di Santa Maria della Consolazione''' (detta anche di ''S. Susanna''), edificata nel XVII secolo in stile barocco, anche se non sfarzoso, è caratterizzata da un portale con decorazioni a più fasce lisce, recante al centro la statua della Vergine su un capitello ionico.
Nella '''frazione di Dragoni''', oramai interamente inglobata nel nucleo dello stesso Comune di Lequile, spiccano la '''Chiesa Parrocchiale di S. Basilio Magno''', costruita nei primi del seicento in sostituzione della precedente ''Chiesa di Santa Maria della Stella''. La Chiesa rappresenta un esempio di architettonica rurale.
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La '''colonna''' situata nella piazza principale, sormontata da una statua di San Vito, scolpita in pietra leccese nel 1694 dal sindaco dell’epoca Oronzo Rossi, sul modello del Barocco Napoletano. Essa ha pianta piramidale e termina con la statua del Santo Protettore di Lequile.
Tra le personalità di spicco locali i geniali architetti ''Fra Silvestro da'' Lequile e ''Salvatore Miccoli'', entrambi attivi nel XVII secolo.
▲==Evoluzione demografica==
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