Torpete: differenze tra le versioni

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Proveniente dalla città di [[Pisa]], fu cortigiano di [[Nerone]].
 
San Torpè visse al tempo in cui [[Pietro apostolo]], prima di raggiungere Roma, si fermò presso la [[Basilica di San Pietro Apostolo|Basilica di San Piero a Grado]].<br> Torpè, convertitosi al Cristianesimo, fu battezzato dal religioso Antonio - eremita sui monti tra Pisa e Lucca.
Torpè venne perseguitato in quanto cristiano e costretto, senza successo, a praticare la [[Paganesimo|religione pagana]] adottata dall'[[Impero Romano]].
 
L'imperatore [[Nerone]], il quale credeva nella dea [[Diana (divinità)|Diana]] come progenitrice dell'Universo, lo fece torturare e decapitare; dopo la sua morte, il corpò fu abbandonato sopra un'imbarcazione (insieme ad un gallo e ad un cane) alla foce dell'[[Arno]] che si arenò in una località non identificata chiamata ''Sino''. Nel suo inno, Padre Onorio Lessona implora grazie per i fedeli: - Felice Martire cui toccò in sorte / d'esser di Pisa il primo fiore / offri ai tuoi cari, prima della morte, / atti d'amore. - (Da: Fernando Vallerini, "S. Torpè" - Pisa, 1984).
La città attribuisce al Santo la liberazione dalla dilagante peste del 29 aprile 1633.
 
Oggi sono molte le nazioni che rivendicano il Santo ed esistono molte chiese dedicate al suo culto.