Andrea Pozzo: differenze tra le versioni
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All’interno della chiesa Parrocchiale di [[Cellore]] si trova un autentico capolavoro del barocco: è l’altare maggiore dedicato a S.Sebastiano.
Il Barocco è il più importante fenomeno artistico–culturale del 1600. L’ardito e possente dinamismo che lo contraddistingue si afferma pienamente a [[Roma]], poi in breve tempo in Europa dopo alcuni eventi storici che scuotono le corti imperiali europee e il Papato.
Il termine di derivazione spagnola “barrueco” significa “perla irregolare” come espressione di stravagante, bizzarro, imprevedibile e inconsueto. È la risposta “concreta e materiale” della Chiesa, alla Riforma Protestante dopo le direttive del [[Concilio di Trento]] che hanno il compito di risvegliare e rinvigorire la fede. Le città e i loro monumenti devono meravigliare l’osservatore con magnificenza, stupore, scenografie e decorazioni per colpire, stordire nei sensi.
Le espressioni e i linguaggi dell’arte in pittura, scultura, architettura, si uniscono in un complesso unitario con effetti “pittorici” attraverso la luce e l’ombra, sporgenze e rientranze con decorazioni preziose. La linea curva, tortile, sostituisce la staticità rinascimentale in ogni componente realizzato, dalla grande piazza al più piccolo elemento è atomo del movimento tradotto in tensioni e in forma. L’acqua ne diviene il simbolo per eccellenza mobile alla luce, alle superfici, nelle fontane romane è simbiosi con la materia, lo spazio-piazza, gli effetti scenografici che crea in mutazione continua nelle fasi del giorno.
Se caliamo questi fattori visivi nella lettura del nostro altare ci accorgiamo di come sia rappresentativo e qualitativamente alto il suo vigore barocco.
Anche [[Verona]] adotta le direttive di guida del Papato, vengono chiamati da [[Roma]] diversi artisti molto famosi per le loro realizzazioni romane e tra questi Andrea Pozzo padre gesuita, che con [[Guarino Guarini]] influenzeranno in modo determinante gli architetti e i lapicisti veronesi che abbandoneranno i candidi marmi sanmicheliani per spiccate ricerche cromatiche con complesse realizzazioni plastiche.
Dell’altare di S. Sebastiano colpisce la sua maestosa grandezza, a tratti compressa dai limiti circostanti dell’attuale collocazione, in origine posto nella chiesa omonima a Verona in via Cappello, distrutta nei bombardamenti dell’ultima guerra mondiale.
La linea curva evidenzia l’insieme e ricorre su tutti i piani di profondità: dalle balaustre, alle porte laterali con volute, all’abside centrale, fino agli elementi che sovrastano le colonne. Quest’ultime dominanti sono posizionate sfalsate su dei basamenti ruotati di 45 gradi, a spigolo vivo, per accentuare il senso della profondità e le vibrazioni luminose, scendono con i loro fusti e lesene fino al piano della Mensa dell’altare.
Nel contempo accentuano la verticalità dell’insieme, terminanti nei raffinati capitelli corinzi con volute e foglie d’acanto, che si avvitano nella fascia più alta e ne scaricano il peso.
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