Trachite: differenze tra le versioni

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I reperti archeologici nelle zone termali di [[Abano Terme]] e [[Montegrotto Terme]] (Padova), e delle città romaniche del Veneto, evidenziano l'impiego della "trachite" sin dai primi insediamenti dei Paleoveneti nel primo millennio a.C. (periodo Atestino).
 
Tralasciando le cave coltivate in epoca antica, è indubbio che l'attività estrattiva della "trachite" si concentrò a partire da V-VI secolo da parte dei Bizantini, e nell'età medievale, in particolar modo sull'avamposto collinare di [[Monselice]] (Padova), "mons elicisselicis" monte delle selici, tanto che Ezzelino da Romano nel XIII secolo eresse un castello merlato e fortificato da mura, sul "Colle della Rocca", poi ampliato dai Carraresi attorno al 1330. La "trachite" diventò ben presto materiale insostituibile per le costruzioni di edifici, strade e mura di fortificazione delle città (v. [[mura di Padova]]).<br />
Nota con il nome di "Silix" ([[silice]]), sotto la [[Repubblica Veneta]], fu prevalentemente chiamata "Masegna" dai "Masegni o Selici", le caratteristiche pavimentazioni di Venezia (v. [[Piazza S. Marco]]). Solo dopo il 1800 assunse commercialmente il nome di "trachite".<br />
Ne fu fatto largo uso per i consolidamenti delle opere di difesa idraulica, data la comoda e utilissima rete fluviale; numerosi sono infatti i ricordi dei trasporti della roccia trachitica verso le zone marine con chiatte e "burci" dell'epoca, trainate da cavalli, per costruire le "difese della laguna". Celebri le dighe in soccorso ai lidi sabbiosi, periodicamente sommersi dall'acqua, spazzati dal vento e dalle mareggiate.<br />