Nerone: differenze tra le versioni

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Allo scoppio del [[grande incendio di Roma]] del [[64]], l'imperatore si trovava ad Anzio, ma raggiunse immediatamente l'Urbe per conoscere l'entità del pericolo e decidere le contromisure, organizzando in modo efficiente i soccorsi, partecipando in prima persona agli sforzi per spegnere l'incendio. Nerone mise sotto accusa i [[Cristiani]] residenti a Roma, già malvisti dalla popolazione, quali autori del disastro; alcuni di loro vennero arrestati e messi a morte.
 
Fu poi accusato, dopo la morte, di aver provocato egli stesso l'incendio. Nonostante la ricostruzione dei fatti sia incerta e molti aspetti della vicenda siano ancora controversi, l'immagine iconografica dell'imperatore che suona la lira mentre Roma bruciava è ormai ampiamente superata e considerata inattendibile. {{citazione necessaria|Al contrario, l'imperatore aprì addirittura i suoi giardini per mettere in salvo la popolazione e si attirò l'odio dei patrizi facendo sequestrare imponenti quantitativi di derrate alimentari per sfamarla.}}<ref>da {{citazione''Nerone'' di [[Massimo Fini]]</ref> necessaria|In occasione dei lavori di ricostruzione, Nerone dettò nuove e lungimiranti regole edilizie, destinate a frenare gli eccessi della speculazione e tracciare un nuovo impianto urbanistico, sul quale è tutt'ora fondata la città.}}<ref>da Nell'occasione'Nerone'' di [[Massimo Fini]]</ref> In seguito all'incendio egli iniziòrecuperò launa costruzionevasta delarea distrutta, facendo realizzare il faraonico complesso edilizio noto come ''[[Domus Aurea]]'', la sua residenza personale, che giunse a comprendere il Palatino, le pendici dell'Esquilino (Oppio) e parte del Celio, per un'estensione di circa 2,5 km quadrati (80 ettari).
 
[[Immagine:As-Nero-Ara pacis-RIC 0562.jpg|thumb|300px|[[asse (moneta)|Asse]] di Nerone, raffigurante l'''Ara pacis''.]]