Plotino: differenze tra le versioni

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neppure saprà contemplare l'altro» (''II, 9, 16'').</ref>. Si ripropose però anche in Plotino, per certi versi, lo stesso conflitto platonico per cui la bellezza assoluta non può essere contaminata dalla [[materia]] dell'opera prodotta; fu solo col [[Cristianesimo]] che la materia sarà pienamente riscattata dal giudizio duramente negativo del platonismo. Così anche l’''[[eros (filosofia)|eros]]'' è un fuoco [[mistica|mistico]] inteso platonicamente come amore puramente ascensivo. Analogamente la [[bellezza]], che noi vediamo riflessa nei corpi, ci spinge a cercarne l'origine nel mondo di lassù. Ritorna in proposito la rivalutazione del pensiero [[inconscio|inconsapevole]], perché nel risalire verso l'intellegibile il pensiero [[conscio|cosciente]] e puramente logico non è sufficiente, ma è «come se un [[demone]] ci guidasse».
 
Il percorso di [[ascesi]] rimane comunque sempre guidato dalla [[ragione]], che è il mezzo principale di cui il filosofo si serve nell'ascendere all'Uno. La [[razionalità]] [[dialettica]] è però soltanto uno strumento, che consiste nell’eliminazione e nell’oblìo di tutti gli elementi particolari e contingenti della [[molteplicità]]. L'estasi è un momenti di iper-razionalità, in cui l'aAnima vede l'Uno e l'identità di tutte le idee, non comporta la morte fisica del filosofo, ma la sua morte spirituale: nell'estasi l'Anima si perde nell'Uno, perde coscienza di Sè. Tale perdita è inevitabile per identificarsi con l'Uno, dove non esiste alterità, ed è un momento di maggiore razionalità, perchè la separazione fra soggetto e oggetto appartiene all'Essere e al Pensiero, a un livello della conoscenza inferiore all'Uno. Terminata l'estasi, il filosofo riprende da capo il percorso di ascesi per ripetere nuovamente questa esperienza. Scopo della dialettica è in un certo senso quello di eliminare o negare se stessa, quando nell'estasi non si avrà né pensiero, né azione morale, né atto logico, essendo uno stato in cui la ragione si trova fuori di sé ({{polytonic|ἐξ στάσις}}).
L'[[estasi]] per Plotino non è un dono di Dio (come nel Cristianesimo) ma una possibilità naturale dell'anima, che però non scaturisce da una volontà deliberata: essa sorge da sé, spontaneamente, in un momento fuori della portata del tempo.